POLITICA

AUTONOMIA, BARDI: “NON SIA STRUMENTALIZZATA”

“La persistenza dei divari tra le regioni del nord e quelle del sud, i cui dati sono noti a tutti, dimostra che l’attuale modello di distribuzione delle funzioni decisionali della Repubblica non riesce a produrre risultati diversi da quelli noti”.

Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, durante il Consiglio regionale di oggi in riferimento al dibattito sull’autonomia differenziata.

“L’esperienza di questi decenni conferma che i risultati raggiunti sono insufficienti per superare i divari territoriali e unificare l’Italia anche dal punto di vista economico.

Pur tenendo conto delle tante osservazioni critiche, il modello in atto è ancora prevalentemente incardinato su un sistema di accentramento delle funzioni decisionali, peraltro in piena espansione a partire dall’impianto del PNRR, ed è oggettivamente distante da quello scelto dai Costituenti nel 1946, in alternativa al modello accentrato, per superare i divari territoriali”.

“L’articolo 5 della Costituzione è inequivocabile: ‘La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento’. Ma anche durante l’Assemblea Costituente l’approvazione di questo testo non fu unanime”.

“Occasione di conflitto è, oggi, la legge n. 86 del 26 giugno 2024, recante Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario.

Ma si tratta dell’attuazione della legge costituzionale n. 3/2001, il cui testo, sottoposto positivamente a referendum, è stato approvato da una maggioranza allora di centro sinistra”.

“Questi i risultati, ad oggi, delle dinamiche conflittuali: è ancora prevalente il modello di accentramento delle funzioni decisionali della Repubblica; il modello di autonomia, proposto dall’articolo 5 della Costituzione, è ancora ad uno stato parziale di attuazione; sono immutati i dati dei divari tra regioni del nord e regioni del sud”.

“Alla luce dei fatti viene, confermata la validità del percorso costituzionale tracciato nell’articolo 5, solo parzialmente attivato.

Come tutte le riforme anche questa ha necessità di essere monitorata con continuità per verificarne la coerenza, per analizzare nel concreto costi-opportunità, per discernere su quali materie è opportuno o meno, per una Regione come la nostra, avvalersene.

È di questo che dovremmo occuparci, con serenità, rigore e passione, accettando la sfida del cambiamento.

I gruppi di lavoro affrontino nel merito le opportunità di questo possibile nuovo scenario e sappiano muoversi all’interno di fasi attuative tutt’altro che semplici, ricche di confronto e di negoziazione con ministeri e governo”.

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