CRONACA

Il genoma umano in una memoria di cristallo, contro l’estinzione

Conservato in una grotta di sale, può resistere miliardi di anni

L’intero genoma umano è stato salvato in una speciale memoria di cristallo potenzialmente in grado di sopravvivere per miliardi di anni, nella speranza che in futuro possa essere utilizzato per riportare in vita l’umanità dopo un’eventuale estinzione.

Il dispositivo di memoria, realizzato dai ricercatori dell’Università di Southampton nel Regno Unito, è ora conservato nell’archivio Memory of Mankind, una sorta di capsula del tempo all’interno di una grotta di sale in Austria, e sulla sua superficie riporta dei disegni che ne illustrano il contenuto e il potenziale impiego.

Questa ‘chiave’ visiva mostra gli elementi universali (idrogeno, ossigeno, carbonio e azoto), le quattro basi del Dna (adenina, citosina, guanina e timina) con la loro struttura molecolare, la loro collocazione nella doppia elica e come i geni si posizionano in un cromosoma, che può quindi essere inserito in una cellula.

Per indicare l’appartenenza del Dna al genere umano, i ricercatori hanno riprodotto l’immagine di un uomo e di una donna, rendendo omaggio all’effige presente sulle placche che furono lanciate oltre i confini del Sistema solare a bordo delle sonde Pioneer della Nasa.

Sebbene ad oggi non sia ancora possibile creare un organismo vivente partendo solo dalle informazioni genetiche, i ricercatori non escludono che in futuro la biologia sintetica possa diventarne capace, e ipotizzano dunque di usare queste genere di memoria anche per conservare il Dna di piante e animali in via di estinzione.

Il cristallo usato per la memoria è in grado di resistere al congelamento e a temperature fino a mille gradi; inoltre può sopportare una forza di impatto diretto fino a 10 tonnellate per centimetro quadrato e non si rovina neppure quando esposto alle radiazioni cosmiche. Usato come dispositivo di memoria, può conservare fino a 360 terabyte di dati senza degradarsi.

I ricercatori dell’Optoelectronics Research Centre dell’Università di Southampton guidati da Peter Kazansky lo hanno lavorato con laser ultraveloci per inscrivere con precisione i dati del genoma in vuoti nanostrutturati orientati all’interno della silice. Invece che utilizzare solo la superficie di un pezzo di carta 2D o di un nastro magnetico, questo metodo di codifica utilizza due dimensioni ottiche e tre coordinate spaziali per scrivere in tutto il materiale: per questo si parla di cristallo di memoria 5D.

ANSA

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