POLITICA

Favorit, Assessore Cupparo invoca dialogo e serenità

L'assessore continua a credere nella possibilità di individuare una soluzione alla vertenza, "ma la condizione è la ripresa del confronto previsto per il 10 ottobre in un clima più sereno con la revoca degli affrettati licenziamenti. Rinnovo la richiesta di indicazione dei costi eccedenti"

“Continuo a credere nella possibilità di individuare una soluzione alla vertenza Favorit.

La condizione fondamentale è, però, la ripresa del confronto il prossimo 10 ottobre in un clima più sereno con la revoca degli affrettati licenziamenti”.

Così l’assessore allo Sviluppo Economico e Lavoro, Francesco Cupparo, sottolineando “l’esigenza che il Gruppo Hamelin, titolare dello stabilimento di Tito, rimuova l’atteggiamento pregiudiziale e, prima di pensare al decentramento all’estero della stessa attività che si svolge da noi, indichi quali sono le voci dei costi aziendali e di produzione alla base del trasferimento della stessa attività.

Come ho già fatto nel primo incontro direttamente al rappresentante aziendale rinnovo la richiesta di indicazione dei cosiddetti costi eccedenti che sarebbero prodotti a Tito rispetto all’estero, quali costi energetici, di trasporto, ecc. Su questo campo – aggiunge l’assessore – la Regione può svolgere l’azione di mediazione che istituzionalmente le compete e proporre alcune soluzioni.

Per un Gruppo industriale leader in Europa nella produzione e distribuzione di articoli per la scuola, casa e l’ufficio, la consapevolezza dei macchinari e delle attrezzature di alta tecnologia presenti nello stabilimento di Tito, che ho visitato, insieme all’alta professionalità ed esperienza dei dipendenti, consolidate negli anni, dovrebbe produrre una maggiore accortezza e non certamente scelte affrettate.

La storia dell’industria specie del Mezzogiorno – conclude Cupparo – è segnata da troppi casi di imprese che hanno delocalizzato ed abbandonato il nostro Paese senza tenere conto di contributi, aiuti e sostegni economici e di carattere fiscale dello Stato Italiano, sacrificando posti di lavoro. Vorremmo cominciare ad interrompere questa storia”.

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