POLITICA

Liste d’attesa, Vizziello: Regione non tutela diritto alla salute

Il Capogruppo regionale di Basilicata casa comune: “Schillaci tira le orecchie a Latronico che lascia i soldi nel cassetto e non consente ai cittadini di curarsi”

“È inaccettabile che ci siano Regioni che non spendono o non sono in grado di spendere quanto affidato loro sul capitolo liste d’attesa.

Queste le parole pronunciate dal ministro della Salute Schillaci e che rappresentano una vera e propria tirata d’orecchie all’assessore Latronico, che lascia nel cassetto le risorse stanziate dal Governo per fronteggiare le liste d’attesa, impedendo di fatto ai lucani di curarsi”.

Ad affermarlo, in una nota, è il capogruppo regionale di Basilicata casa comune, Giovanni Vizziello.

“Il ministro Schillaci ha messo nero su bianco, in una lettera inviata al presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga, come alcune Regioni d’Italia, tra cui occorre annoverare la Basilicata – spiega Vizziello – non riescano ad utilizzare le risorse sulle liste d’attesa messe a disposizione dal Governo Meloni ed in particolare i fondi previsti dalla Legge di Bilancio per l’anno in corso e lo 0,4 per cento del Fondo sanitario regionale”.

“Si tratta di risorse che ammontano, complessivamente, a circa sette milioni di euro, che sono nella disponibilità della nostra Regione – aggiunge il Presidente del gruppo consiliare Basilicata casa comune e che potrebbero essere impiegate per alleviare i disagi di quanti non potendosi permettere di pagare di tasca propria, presso i centri privati, 150 o 200 euro per una visita medica o un esame diagnostico, finiscono per rinunciare alle cure, proprio a causa dei tempi biblici con cui le strutture pubbliche erogano dette prestazioni”.

“Più di un mese fa abbiamo iscritto in Consiglio regionale una mozione sulle liste d’attesa nella sanità – conclude Vizziello – che non riusciamo a discutere perché la maggioranza fa melina, cercando di sfuggire alle proprie responsabilità, derivanti dall’incapacità del Governo regionale di assicurare la tutela di un diritto primario come quello alla salute”.

 

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