CRONACA

Parco Nazionale del Pollino senza presidente, nota associazione guide ufficiali del Parco Nazionale del Pollino

“Il 10 febbraio 2025 saranno ben 2 anni che il Parco Nazionale del Pollino si ritrova senza la sua carica presidenziale.

Dopo i corsi e ricorsi avvenuti dalle parti in causa, nonostante siano state definite e chiarite le vicende in questione, la poltrona al ruolo di Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Pollino non ha ancora un nuovo nominativo al di fuori della Presidente facente funzioni che ha gestito come meglio possibile fino ad ora l’ordinaria amministrazione dell’Ente.

Due anni è probabilmente tanto. Tantissimo visto che “Il Presidente è nominato con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con i presidenti delle regioni nel cui territorio ricade in tutto o in parte il parco, nell’ambito di una terna proposta dal Ministro”: non parrebbe nulla di così complesso vista la situazione politica nazionale e regionale attuale che vede chiari i vari governanti sui diversi livelli. E qui veniamo al nocciolo della questione.

Questo non considerare con la giusta attenzione un problema così importante, strategico per un territorio che è l’area protetta più estesa d’Italia e che riflette le proprie azioni su tutte le comunità locali, i paesi, gli enti, le imprese e i professionisti, è uno scarico di responsabilità grave che si ripercuote sui nostri paesi, interessando direttamente tutte le principali attività che sono volano di sviluppo, e che hanno investito e utilizzato le proprie risorse per ripartire quasi da zero e offrire servizi di qualità dopo il periodo di dura sopravvivenza a cui ci aveva costretto la situazione di emergenza post-covid.

L’impossibilità di programmare su lungo termine avendo una linea di riferimento politica, modulare le azioni in funzione dei progressi o dei regressi, ipotizzare nuovi interventi in funzione di analisi territoriali dei protagonisti e dei professionisti di settore, e gestire le possibili situazioni di emergenza (tutte azioni che rendono dinamico e capace di reagire una struttura complessa come un ente parco) oltre che relazionarsi con le politiche regionali e nazionali, sono cause chiare ed evidenti di un declino che può comportare diversi passi indietro in quello che fino ad ora è stato fatto.

Quello che sempre più spesso ci stiamo chiedendo è quanto l’ambiente, il territorio, la tutela della natura e il vero sviluppo sostenibile di queste aree sia caro ai nostri governanti.

Il totale disinteresse è stato spezzato qualche giorno fa da una riunione di una parte dei sindaci dei Comuni del Parco che hanno sottolineato tra le altre cose come “La nomina di un presidente non è solo una questione formale, ma una condizione indispensabile per garantire al Parco un ruolo attivo e determinante.

È fondamentale che questa figura possa rappresentare un punto di riferimento per tutti i Comuni, che sia competente, del territorio e presente sulle comunità, collaborando con loro per realizzare interventi concreti e strategici”.

Al netto di ciò, rimangono ancora alcune azioni che affliggono il territorio che attendono una risoluzione e che dovranno raggiungere la conclusione del loro iter: l’approvazione definitiva del Piano del Parco, il coordinamento con i comuni per quel che riguarda la gestione e manutenzione delle strade, gli eventuali incentivi per il turismo, il coordinamento per il presidio del territorio con il supporto dei Carabinieri Forestali che accusano un ridotto numero di personale, il nuovo caso relativo alla Centrale del Mercure, tutte le nuove azioni e progettualità che possono essere messe in atto seguendo le direttive comunitarie e nazionali.

Ci uniamo allo stato di emergenza, e ribadiamo in maniera forte e chiara come Associazione Guide Ufficiali del Parco Nazionale del Pollino che è di estrema necessità individuare tale importante figura per tornare ad avere una direzione ed una rappresentanza chiara, che garantisca programmazione nel tempo e reazione immediata nelle emergenze senza perdere altro tempo o rinviare le decisioni in un contesto che diventa sempre più complesso.

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