L’Italia non firma contro le sanzioni Usa alla Cpi
Una dichiarazione alle Nazioni Unite sottoscritta da 79 paesi membri: quasi tutti i paesi Ue, più Gran Bretagna e Canada
![](https://i0.wp.com/www.radiosenisecentrale.it/wp-content/uploads/2025/02/07f0fd2aace3e46e54b276cea08b3261.webp?resize=774%2C470&ssl=1)
Le sanzioni degli Usa alla Corte penale internazionale (Cpi)aumentano il rischio di “impunità”.
Lo affermano 79 paesi membri dell’Onu in una dichiarazione congiunta, che l’Italia non ha firmato.
Ci sono anche i big della Ue (Germania, Francia, Spagna) e la Gran Bretagna tra i firmatari della dichiarazione congiunta, che critica le sanzioni Usa all’organismo internazionale, sostenendo che “comprometterebbero gravemente tutte le situazioni attualmente sotto inchiesta, poiché la Corte potrebbe dover chiudere i suoi uffici sul campo”, oltre ad “aumentare il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciare di erodere lo stato di diritto internazionale”.
L’iniziativa della dichiarazione congiunta è stata avviata da un gruppo di 5 Paesi: Slovenia, Lussemburgo, Messico, Sierra Leone e Vanuatu.
Tra i Paesi firmatari, che costituiscono circa due terzi dei Paesi che hanno ratificato lo statuto di Roma sulla Cpi, non c’è l’Italia, ma – oltre a Gran Bretagna e Canada – ci sono quasi tutti i membri dell’Ue, ossia Francia, Germania, Belgio, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Lussemburgo, Estonia, Spagna, Cipro, Lettonia, Croazia, Austria e Malta.
La dichiarazione arriva poco dopo che le Nazioni Unite abbiano chiesto agli Stati Uniti di revocare le sanzioni alla Cpi. “Deploriamo profondamente le sanzioni individuali annunciate ieri contro il personale della Corte e chiediamo che questa misura venga revocata”, ha dichiarato la portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani Ravina Shamdasani.
Da parte sua, la rappresentante speciale dell’Onu sull’indipendenza dei giudici, Margaret Satterhwaite, ha detto che “Il ruolo della Corte penale internazionale è più cruciale che mai”, perché il tribunale “è l’eredità dei processi di Norimberga, per non permettere mai che i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità restino impuniti”.
L’Ue contraria alla decisione di Washington
Dall’Europa, intanto, si alzano voci contrarie all’annuncio del governo americano. “Sanzionare la Cpi minaccia l’indipendenza della Corte e mina il sistema di giustizia penale internazionale nel suo complesso”, ha scritto sui social il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.
“L’ordine esecutivo rappresenta una seria sfida al lavoro della Cpi con il rischio di influenzare le indagini e i procedimenti in corso, anche per quanto riguarda l’Ucraina, incidendo su anni di sforzi per garantire la responsabilità in tutto il mondo” afferma invece un portavoce della Commissione europea, che “esprime il suo rammarico per la decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale”.
“La Corte penale internazionale è di fondamentale importanza nel sostenere la giustizia penale internazionale e la lotta contro l’impunità – prosegue il portavoce della Commissione europea -. L’Ue sostiene la Corte penale internazionale e i principi stabiliti nello Statuto di Roma”. “L’Ue monitorerà le implicazioni dell’ordine esecutivo e valuterà possibili ulteriori misure”, sottolinea.
E la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha scritto su X che “la Cpi garantisce la responsabilità per i crimini internazionali e dà voce alle vittime in tutto il mondo.
Deve poter perseguire liberamente la lotta contro l’impunità globale. L’Europa sarà sempre a favore della giustizia e del rispetto del diritto internazionale.”
ANSA