CRONACA

Nuovo esposto su Paragon, ora indagano 5 procure

Al Copasir il procuratore che autorizza intercettazioni 007

Un altro italiano spiato dal software Graphite, l’armatore di Mediterranea, Beppe Caccia, ha presentato un esposto in procura.

Salgono così a 5 quelle che indagano sul caso, mentre nel pomeriggio il procuratore generale presso la Corte di appello di Roma, Giuseppe Amato, colui che autorizza le intercettazioni preventive dell’intelligence, è stato ascoltato dal Copasir.

Nell’esposto di Caccia alla procura di Venezia, cui ha consegnato il suo cellulare, si ipotizzano i reati di “accesso abusivo a sistema informatico aggravato dalla qualifica di Pubblico Ufficiale con abuso di poteri”, “detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparati informatici” e “illecite interferenze nella vita privata”.

I legali di Mediterranea ricordano che la matrice dell’intrusione è “certa” e chiedono di sapere “perché Beppe Caccia, insieme a Luca Casarini, don Mattia Ferrari, David Yambio e il direttore di Fanpage Francesco Cancellato, sia stato oggetto di un’intrusione così pesante nelle sue comunicazioni e nella sua vita privata”.

In precedenza, analoghi esposti erano stati presentati dagli altri soggetti coinvolti alle procure di Palermo, Napoli e Bologna, mentre quella di Roma si era attivata in seguito ad un esposto della Federazione nazionale della stampa sullo spionaggio ai danni di Cancellato.

Sulle indagini sta svolgendo un coordinamento la Procura nazionale antimafia ed antiterrorismo.

I magistrati, che hanno acquisito le deposizioni delle vittime dello spyware, potrebbero chiedere informazioni anche alla stessa Paragon, oltre che a Meta, che ha notificato ai ‘target’ l’attività di spionaggio che avevano subito; così come al laboratorio di ‘The Citizen Lab’ dell’Università di Toronto, cui si è rivolta Mediterranea, su consiglio della stessa Meta, per fare accertamenti sui dispositivi infettati.

Sul caso, cavalcato da parte delle opposizioni che continuano a chiedere chiarimenti al governo, il sottosegretario Alfredo Mantovano la settimana scorsa ha spiegato che “tutto quello che si poteva dire è stato detto.

Qualsiasi cosa venga aggiunta in pubblico danneggerebbe l’attività di intelligence e le indagini”.

Accanto alle procure, il Copasir sta svolgendo un approfondimento ed oggi ha sentito il procuratore Amato, l’uomo che può autorizzare “con decreto motivato” i direttori dei servizi a disporre le intercettazioni preventive, comunque inutilizzabili nel procedimento penale. Nato in funzione antiterrorismo, il campo di azione dello strumento a disposizione degli 007 si è poi allargato.

L’autorizzazione da parte del magistrato deve avvenire semplicemente qualora le intercettazioni risultino “indispensabili per l’espletamento delle attività demandate” ai servizi.

E’ il presidente del Consiglio che delega i direttori a svolgere le intercettazioni. Nelle precedenti audizioni al Comitato i responsabili dell’intelligence avevano assicurato che le intercettazioni – anche tramite Graphite – sarebbero avvenute entro la cornice prevista dalla legge.

Cioè con la richiesta formale ad Amato che ha autorizzato l’attività. Il procuratore ha quindi illustrato all’organismo parlamentare i casi pervenuti alla sua attenzione da parte dei servizi.

ANSA

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