CULTURA E EVENTI

Echi del rock nell’arte, una tripla mostra a Milano

Alla Fondazione Rovati i Beatles, poi Pink Floyd e Peter Gabriel

MILANO – Il rapporto e le influenze del rock nell’arte sono i protagonisti di ‘Echoes.

Origini e rimandi dell’Art Rock’, progetto che comprende tre diverse esposizioni alla Fondazione Rovati di Milano.

Dal 17 aprile, e fino all’8 giugno, ecco ‘The Beatles, il mito oltre la celebrità’ che permette di ammirare nel Padiglione dell’arte alcune pietre miliari della carriera dei quattro di Liverpool, a cominciare dalla copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, con l’intero portfolio di immagini realizzate da Micheal Cooper per documentarne il soggetto, ovvero il diorama creato da Peter Blake e Jann Haworth, con in mostra anche la bambola a grandezza naturale che è nascosta fra le persone.

Di Haworth è presente anche un’opera della serie Old Lady, mentre il rapporto dei Beatles con la psichedelia è chiaro nei ritratti di Richard Avedon, ma non manca una loro foto con vista Duomo.

Il video Smile di Yoko Ono mostra un John Lennon intimo, mentre chiude l’esposizione ‘I’m Not the Girl Who Misses Much’, video installazione del 1986 di Pilotti Rist ispirata alla canzone Happiness Is a Warm Gun.

Dal 14 giugno al 27 luglio il focus sarà invece su ‘Pink Floyd, Yes, Genesis. Nuove percezioni della realtà’ con opere metafisiche del pittore Alberto Savinio, le copertine realizzate da Roger Dean per gli Yes e le foto visionarie create da Hipgnosis e Storm Thorgenson per i Genesis. Immancabile il maiale gonfiabile di Jeffrey Shaw della copertina di Animals.

Per i Genesis invece in mostra i dipinti di Paul Whitehead per Trespass, Nursery Cryme e Foxtrot con l’immagine della volpe in abito rosso e gli acquarelli originali di Colin Elgie per le cover di A Trick of the Tail e Wind and Wuthering e infine una installazione dell’artista svedese Nathalie Djurberg.

Ultima mostra del trittico curato da Francesco Spampinato è ‘Peter Gabriel. Frammentazione dell’identità’, in programma dal 28 agosto al 5 ottobre con foto e videoclip dei travestimenti dell’artista, dalla donna-volpe di Foxtrot al trucco creato per Shock the Monkey, quelle di Guido Harari a Sanremo del 1983, fino ai progetti multimediali e interattivi in cd-rom degli anni ’90.

Un percorso che esplora il tema della frammentazione dell’Io, che nella mostra prende avvio dalla celebre rappresentazione di Rrose Sélavy, alter ego di Marcel Duchamp, documentato nelle fotografie di Man Ray, e prosegue con opere originali di Keith Haring e Kiki Smith che trattano della crisi dell’identità in epoca postmoderna.

ANSA

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