Consiglio d’Europa: la Santa Sede aderisce all’Accordo sugli Itinerari culturali
Dal cammino di Santiago alla via Francigena, dalla strada delle Abbazie Cistercensi all’itinerario di Saint-Martin de Tours dedicato a San Martino: sono molte le antiche vie del pellegrinaggio cristiano che hanno contribuito a costruire l’identità culturale europea.
Con l’obiettivo di valorizzare il ruolo degli itinerari religiosi nel Vecchio Continente, la Santa Sede ha aderito all’Accordo parziale allargato sugli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa, diventandone il 32esimo membro.
L’adesione – si legge in una nota del Consiglio d’Europa – è stata registrata il 21 marzo quando l’arcivescovo Paul R. Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, ha informato Thorbjørn Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa. Il 18-19 aprile a Lussemburgo ci sarà il Governing Board dell’ampliamento dell’Accordo parziale sugli Itinerari culturali che ufficializzerà l’adesione.
Il Consiglio d’Europa ringrazia monsignor Paolo Rudelli, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, “per il suo sostegno durante il processo di adesione” e attende “con impazienza di accogliere la Santa Sede”.
IL PROGRAMMA DEGLI ITINERARI CULTURALI
Il programma degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa è stato lanciato nel 1987. Gli Itinerari culturali (sottoposti a valutazione triennale) hanno l’obiettivo di mettere in pratica i valori fondamentali del Consiglio d’Europa: diritti dell’uomo, democrazia culturale, diversità e identità, scambi e arricchimento reciproco al di là delle frontiere e dei secoli.
Entrare nel circuito non è semplice: i nuovi Itinerari culturali sono certificati dal Consiglio d’Europa ogni anno, sulla base del rispetto di numerosi criteri, come valorizzare il patrimonio, la storia e la memoria europea; sostenere scambi culturali ed educativi per giovani; sviluppare progetti esemplari e innovativi nel settore del turismo culturale e dello sviluppo sostenibile.
Gli Itinerari culturali rappresentano un veicolo di dialogo interculturale e promuovono una miglior conoscenza e comprensione dell’identità culturale europea; preservano e promuovono il patrimonio culturale e naturale europeo come fattore per migliorare lo spazio di vita e vettore di sviluppo culturale, sociale ed economico; promuovono il turismo culturale in sintonia con lo sviluppo sostenibile.
L’ISTITUTO EUROPEO DEGLI ITINERARI CULTURALI
A valutare gli Itinerari culturali certificati è l’Istituto europeo degli Itinerari culturali, con sede a Lussemburgo presso l’Abbazia di Neumunster.
E’ l’agenzia tecnica creata nel 1988 tramite un accordo tra Consiglio d’Europa e Granducato del Lussemburgo: l’Istituto assiste i nuovi progetti interessati alla certificazione, organizza formazioni e attività di visibilità per i gestori degli itinerari e coordina un network di università.