FDI, Metapontino: cittadini assetati di giustizia
La regione Basilicata come l’Italia. Terra di misteri. Dove si conosce poco o niente. Non sappiamo quanti barili di petrolio, a distanza di vent’anni dall’inizio dell’estrazione, vengono riempiti giornalmente. I dati li trasmettono direttamente le compagnie petrolifere, figuriamoci.
Inquinano acqua e aria e suolo, e non sappiamo né come né chi lo faccia. Fiumi e mari che cambiano colore come i camaleonti. Nave affondate con i suoi loschi carichi a poca distanza dalle nostre spiagge, e canali nucleari che finiscono senza filtri in mare.
L’ultima di queste “perle” riguarda l’acqua da bere, che dalle dighe arriva direttamente sulle tavole. Grandi invasi in cui si sversa di tutto: rifiuti industriali, acqua di fogna, carcasse di animali. Che per renderla potabile miscelano cloro, che poi a sua volta produce un elemento di sottoprodotto diventato familiare ed allo stesso tempo inquietante: il trialometano.
Infatti, resta alta la sua concentrazione nei serbatoi di diversi centri del Metapontino (entra o esce con i valori sopra la norma? ancora non è dato saperlo), per una popolazione interessata di circa cinquantamila cittadini solamente ad oggi, e in aumento esponenziale fra qualche settimana; e poco importa ai cittadini del palleggio di responsabilità tra Acquedotto Lucano e ARPAB che si contendono, ognuno, la bontà delle proprie analisi (e contrastanti tra loro). A tal proposito, si potrebbe ricorrere ad un laboratorio terzo, e se è straniero ancora meglio, visto i condizionamenti di cui siamo tutti maestri in Italia.
In via incidentale la vicina Puglia per non avere problemi ha innalzato il valore di potabilità dell’acqua fino a 50 microgrammi a litro. Da noi, e giustamente, è a 30 THMs, come previsto dal Decreto Legislativo 31/2201.
La pericolosità per la salute di questi composti derivanti da processi di disinfezione delle acque è ormai arcinota in quanto classificati come cancerogeni dall’IARC.
Questa emergenza sta comportando innumerevoli disagi per tutti i residenti e forti danni agli operatori dei settori agricolo e turistico. Quest’ultimi sono tra i più colpiti dall’emergenza perché denunciano già disdette nelle prenotazioni con conseguente compromissione della stagione estiva. Vogliamo pensare anche agli anziani e ai diversamente abili che, impossibilitati all’approvvigionamento autonomo di questo bene di prima necessità, hanno bisogno di aiuto esterno, con conseguente ulteriore perdita di autonomia.
Ci si muova dunque subito e in maniera decisa, affinché l’emergenza non solo rientri ma venga risolta in maniera definitiva. Bisogna limitare la poc’anzi citata compromissione della stagione estiva, che vede tantissimi lavoratori stagionali impegnati nel settore, e che potrebbero perdere quel poco di lavoro che le istituzioni ci hanno lasciato.
Insomma piove sul bagnato, visto che siamo in tema.
Popolo inquinato senza essere diventato ricco. Il danno e la beffa. Grazie soprattutto ad amministratori, incapaci e pinocchi, che dovrebbero essere mandati all’esilio perenne per tutto il danno provocato in circa cinquant’anni di vita politica, con comportamenti da padroni delle ferriere.