NUOVO MODELLO AUTO FCA A MELFI: ROSELLA, NON CI SI LIMITI ALLA SODDISFAZIONE
“L’istituzione regionale e la politica regionale non possono limitarsi ai soliti comunicati di soddisfazione per l’annuncio della Fca che nel 2020 lancerà sul mercato la Jeep Renegade Phev, veicolo ibrido elettrico, da produrre a Melfi.
Ci sono cose che spettano al management Fca all’interno di propri programmi industriali ed investimenti e cose che spettano alla Regione e alla politica, altrimenti si continuerà a sprecare tutte le opportunità del “polo automobilistico” che invece può allargare l’occupazione e la presenza industriale.
E’ il commento di Angelo Rosella (IdV). Il nuovo modello di auto – aggiunge – serve a rassicurare i lavoratori della linea Grande Punto e a rilanciare lo stabilimento di Melfi attraverso il nuovo impegno di Fca di formare tutti i dipendenti sull’applicazione della nuova tecnologia.
Accade però che mentre le Regioni Piemonte, Campania e Abruzzo, la Provincia Autonoma di Trento hanno siglato a Roma, presso la sede del Ministero, un protocollo d’intesa con FCA e il Centro Ricerche Fiat a fronte di un piano di attività di ricerca e sviluppo incentrato sul Veicolo per la mobilità del futuro e la Fabbrica Intelligente, che include anche gli aspetti legati al fine vita nell’ottica di “circular economy”, noi siamo fermi ad un’interlocuzione istituzionale che risale ad anni addietro senza novità di rilievo.
Questi progetti confermano la scelta strategica di voler rafforzare la presenza FCA in Italia e di investire nei Centri di Eccellenza nella R&S, con ricadute positive per le Regioni ed il Sistema Paese, sia rispetto ai centri tecnici coinvolti direttamente nelle attività di Ricerca e Sviluppo, sia su tutti gli stabilimenti italiani, che dovranno industrializzare e produrre i nuovi modelli ed i sistemi di propulsione loro associati in base alle normative post 2020.
C’è inoltre il problema di accelerare le attività di ricerca del Campus Tecnologico sorto a San Nicola di Melfi anche grazie a finanziamenti regionali e che attualmente vede la presenza di appena una trentina di giovani ricercatori di cui una quota limitata sono lucani.
Per Rosella si risente fortemente l’assenza di una politica industriale specifica per l’automotive e per il comparto dell’indotto che continua a rappresentare un buon serbatoio di posti lavoro da consolidare.
Governare i processi industriali non è più un compito da affidare ai documenti di programmazione ma piuttosto richiede uno sforzo maggiore attrezzandosi di strumenti innovativi tra i quali l’Osservatorio sull’automotive con professionalità adeguate”.