CISL: “NO ALLE ASSUNZIONI ILLEGITTIME IN REGIONE”
“Daremo subito battaglia sulle assunzioni illegittime approvate dal Consiglio regionale con la seconda variazione al bilancio di previsione pluriennale 2018-2020”.
Così i segretari della Cisl e della Cisl Fp di Basilicata, Enrico Gambardella e Giuseppe Bollettino, commentano – attraverso una nota – la norma cosiddetta “salva comandati”.
Per i due sindacalisti della Cisl “la regola da rispettare deve essere quella del pubblico concorso in ossequio al D.lgs. 165/2001 e non è assolutamente consentito assumere nei ruoli regionali, attraverso una procedura di mobilità, personale che non ha lo status di pubblico dipendente e non appartiene quindi ai ruoli delle pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1 comma 2 del suddetto decreto.
Pertanto, essendo totalmente illegittimo quanto approvato dal Consiglio regionale, non è consentita l’applicazione dell’art. 24 della legge regionale n.38 del 22 novembre scorso con la quale è stata approvata la variazione al bilancio pluriennale.
Se dalla Regione non avremo rassicurazioni in merito – aggiungono Gambardella e Bollettino – ci opporremo in ogni sede anche per tutelare gli interessi legittimi dei tanti precari che attendono la stabilizzazione in applicazione del D.lgs. 75/2017 in applicazione della riforma Madia. È una battaglia di legalità e di giustizia che la Cisl porterà avanti con grande determinazione”.
Il leader della Cisl Gambardella parla di “scandaloso salvacondotto per gli amici degli amici. Si tratta di una norma del tutto illegittima sul piano giuridico perché di fatto finirebbe per creare un inedito canale di accesso alla pubblica amministrazione a conferma della straordinaria quanto inopportuna creatività del legislatore regionale.
È noto, infatti, che una parte significativa del personale in questione, oggi distaccato negli uffici del consiglio regionale come assistenti dei gruppi politici, leggasi portaborse, risulta alla dipendenze di società che, pur essendo formalmente a capitale pubblico, operano secondo i canoni del diritto privato; circostanza che consente loro il non trascurabile ‘privilegio’ di assumere a chiamata diretta senza passare per le normali procedure concorsuali”.
“Con la norma approvata in consiglio regionale si determinerebbe la singolare situazione di lavoratori che, dopo essere stati assunti senza selezione pubblica, finiscono per diventare dipendenti pubblici a tutti gli effetti, con buona pace di tanti giovani disoccupati e precari, diplomati e laureati, che aspettano da decenni di giocarsi la chance di un concorso pubblico.
Ci permettiamo di far notare agli estensori di questo maldestro salvacondotto che una tale procedura rappresenta un vero e proprio abuso di potere oltre che uno schiaffo in faccia a quei tanti precari, come è già accaduto alla Lab alcuni mesi fa, quando furono assunti in via diretta, senza alcuna forma di selezione o concorso, con un contratto di lavoro dipendente a tempo determinato, alcune decine di lavoratori.
Una procedura anche allora rimasta impunita e nonostante le numerose segnalazioni della Cisl addirittura replicata lo scorso settembre ancora dalla Lab”.
“Quello che si evidenzia in tutti questi casi è l’assordante silenzio dei vertici dirigenziali della Regione che, in questo modo, dimostrano un inspiegabile disinteresse alla funzione di supporto giuridico e di vigilanza sulla regolarità di queste iniziative assunte da altri enti regionali o da soggetti politici bisognosi di qualche consulenza normativa.
Altrettanto appare inspiegabile l’inerzia degli organismi istituzionali di controllo che di fronte a fatti di tale gravità, fino a questo momento, sono rimasti fermi.
Fino a quale livello di impunità e disinvoltura istituzionale dovremo assistere affinché si avvii una seria verifica di queste palesi irregolarità? Nel frattempo chiediamo ai consiglieri regionali un gesto di responsabilità cassando una norma illegittima e moralmente deprecabile”.