POLITICA

La vicenda dell’Ospedale di Chiaromonte al Ministero: riflessioni di Amatucci

In data 22 novembre una delegazione del Coordinamento Italiano Aree Disagiate e Periferiche (CISADeP) è stata ricevuta al Ministero della Salute dal Capo della Segreteria Tecnica del Ministro Giulia Grillo, Dr. Giuseppe Amato e da due funzionari del Ministero, la Dott.ssa Laura Vinci e l’Avv. Maria Romana Mastrangelo.

Della delegazione, guidata dal Presidente Emanuela Cioni, facevano parte Don Francesco Martino, Flavio Ceccarelli, Valerio Bobini, Piero Tiezzi,Eva Giuliani, Teresa De Santo ed il sottoscritto.

Il CISADeP, che rappresenta circa 40 Comitati Italiani, sorti in varie regioni italiane, a seguito della riorganizzazione della Sanità nelle regioni, in applicazione del D.M n. 70/2015, da tempo è impegnato ad interloquire con il Ministero della Salute per rappresentare il forte disagio determinato nelle aree interne della nazione, dalla riorganizzazione delle sanità regionali e, in particolare, delle reti ospedaliere, che penalizzano fortemente le aree economicamente e socialmente più degradate del paese, determinando, di fatto, una sperequazione, anche sul piano delle garanzie di diritti costituzionali, tra le aree forti demograficamente ed economicamente e le aree interne delle regioni, caratterizzate da spopolamento ed arretramento economico e sociale.

L’incontro che può essere definito proficuo ed interlocutorio, ha consentito al CISADeP di rappresentare al Ministero le condizioni di penalizzazione che oggi vivono le aree interne delle regioni italiane, dalla Sardegna alla Sicilia, dalla Calabria al Molise, dalla Toscana all’Emilia, dall’Abruzzo alla Basilicata, nelle quali il progressivo depotenziamento degli ospedali periferici, ha determinato una vera e propria involuzione delle conquiste sociali, privando i cittadini di quelle aree dei più elementari diritti, primo fra tutti il diritto alla salute.

Nel corso dell’incontro non sono mancate puntualizzazioni circa i poteri e le funzioni costituzionali dello stato e delle regioni, sancite dall’art. 117 della Costituzione, che, se assegna alla Regioni la organizzazione della sanità nell’ambito dei propri territori (art. 117, comma 3), mantiene in capo allo Stato la materia esclusiva della “determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale” (art. 117,comma 2, lettera m), per cui , ove le regioni, come nei casi rappresentati, non garantiscono a tutti i cittadini, tramite la loro autonoma organizzazione, il rispetto dei LEA, lo Stato, e per esso il Ministero della Salute, cui spetta il diritto-dovere di vigilare e garantire uguaglianza di diritti e di garanzie,ha il compito di intervenire ed obbligare le regioni al rispetto del dettato costituzionale.

Durante l’interlocuzione è stato operato un esame dettagliato del D.M 70/2015 e delle sue difficoltà applicative ed è stata chiesta una sua rivisitazione alla luce delle discrasie determinatesi in varie parti d’Italia.

In particolare è stata sollecitata una formulazione meno discrezionale per il rispetto del punto 9.2.2 dell’allegato al Decreto, laddove si definiscono le aree disagiate e le strutture organizzative da promuovere per garantire il diritto alla salute.

La formulazione, ancorchè lacunosa, della norma, tuttavia, è stato precisato, non esime le regioni da un’analisi puntuale delle varie situazioni e l’obbligo delle motivazioni giuridiche e di merito sottese alle scelte operate in sede di riorganizzazione della rete ospedaliera.

Nel corso dell’incontro, fecondo di approfondimenti tecno-giuridici, è stata portata all’attenzione del Dr. Amato e delle sue collaboratrici, l’incredibile vicenda dell’Ospedale di Chiaromonte e del ricorso straordinario al Capo dello Stato, inoltrato, per il tramite del Ministero, dal Comitato “La nostra Voce per l’Ospedale di Chiaromonte” e dalla ACOP Onlus, “cristallizzato” presso il Ministero per le inadempienze della Regione Basilicata, che, benché sollecitata per 2 volte dal Ministero, non ha inviato le proprie osservazioni al ricorso a distanza di oltre un anno e mezzo.

Al di là dei profili di responsabilità omissive e penali, eventualmente riscontrabili,resta l’aspetto politicamente censurabile della Regione Basilicata, che non rispondendo alle richieste del Ministero, di fatto, “congela” l’iter procedurale del ricorso al Capo dello Stato, mortificando ancora di più, queste popolazioni, che rivendicano solo l’esercizio di un loro diritto e un trattamento equo, a fronte di diritti costituzionali inalienabili ed irrinunciabili.

Il dr. Amato al proposito si è impegnato ad assumere ogni iniziativa utile, verificando se esiste la possibilità dell’esercizio di poteri sostitutivi e/o se il Ministero possa procedere comunque di fronte all’inerzia della Regione. Intanto l’onorevole Giovanni Donzelli di F.d.I, nella seduta del 28/11/2018, ha presentato al Ministro della Salute la interrogazione a risposta scritta n.4/01748, rappresentando la vicenda e chiedendo “ quali urgenti iniziative di competenza il Ministro intenda assumere”.

E’ una battaglia, pertanto, che continua, anche fuori dai confini regionali, a difesa di un territorio troppo spesso mortificato e disatteso dal programmatore regionale, a salvaguardia di uno degli ultimi baluardi di conquista sociale.

Antonio Amatucci

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