“Diritto di scuola”, se n’è discusso a Noepoli
Nella giornata mondiale degli insegnanti, sabato 5 ottobre, si è svolto a Noepoli un incontro organizzato dall’Associazione Italiana Maestri Cattolici con il patrocinio del Comune di Noepoli.
Filo conduttore del dibattito è stato il diritto di scuola tra spopolamento delle aree interne e garanzia del successo formativo.
Realtà segnate da uno spopolamento progressivo dei plessi scolastici, alcuni dei quali hanno dovuto arrendersi definitivamente.
A pagare il prezzo più caro di un fenomeno oramai inarrestabile sono gli studenti e la loro formazione che inevitabilmente risente dei colpi inferti da un’organizzazione didattica vittima dei numeri.
Anna Maria Bianchi, dell’AIMC e responsabile regionale per la formazione, ha sottolineato l’importanza di mettere al centro dell’attenzione pubblica la scuola, che rappresenta uno dei beni comuni più importanti per la società. Ogni bambino ha diritto alla scuola.
“I dati che ci consegna l’Istat sono dati allarmanti che non solo hanno indebolito l’economia locale ma hanno messo gli amministratori in serie difficoltà nella gestione dei servizi scolastici – così come ha dichiarato il sindaco di Noepoli, Francesco Antonio Calabrese.
Un fenomeno inquietante in attesa di risposte, che richiede una profonda rivoluzione culturale. Occorre una politica che crei le condizioni per garantire il successo formativo dei futuri cittadini”.
E che il tema dello spopolamento e delle conseguenze che si riversano sulla scuola sia molto sentito lo testimonia la sala gremita che con attenzione ha seguito i diversi interventi che si sono succeduti e che hanno toccato i tanti punti deboli di un sistema che deve riprendersi i diritti che spettano a tutti gli attori coinvolti, dai ragazzi agli insegnanti, dai genitori ai dirigenti.
A chiudere i lavori l’assessore regionale alle attività produttive, lavoro e formazione, Francesco Cupparo, che ha tranquillizzato i presenti sulla volontà e l’impegno a venire incontro alle esigenze del tessuto scolastico di un territorio già troppo penalizzato.