Pakistan, finisce in manette la ragazza afgana di Steve Curry
Il suo viso e i suoi occhi verdi sono diventati celebri in tutto il mondo grazie allo scatto di Steve Curry e alla copertina del National Geographic. A distanza di anni, adesso la ragazza afgana è finita in manette. In Pakistan, dove nel 1984 venne fotografata.
In manette la ragazza afgana: ha falsificato il documento di identità
Il reato contestato è quello di falsificazione del Documento nazionale di identità computerizzato (Cnic) pachistano. È così che gli agenti dell’Agenzia Federali di Indagine (Fia) sono andati a trovarla nella sua casa a Peshawar dove l’hanno prelevata.
Ne dà notizia il quotidiano locale DawnNews. Secondo l’accusa, Sharbat Gula – questo il suo nome – avrebbe richiesto una carta d’identità falsa nell’aprile 2014 a Peshawar, dichiarando di essere nata in Pakistan, e di chiamarsi Sharbat Bibi. Documenti falsi erano stati chiesti anche per due dei suoi tre figli .
Il documento le avrebbe permesso di condurre una vita migliore: senza di esso, infatti, i rifugiati afghani in Pakistan hanno una libertà molto limitata. Nonostante ciò, la donna – oggi 46enne – è stata trasportata al carcere femminile della cittadina mentre i due figli sono ancora ricercati dalle autorità.
Aveva dodici anni ed era da poco arrivata in un campo profughi di Nasir Bagh in Pakistan. Le è bastato uno scatto per diventare conosciuta in tutto il mondo. La sua copertina sul National Geographic del giugno 1985, ancora oggi, è quella che più è rimasta impressa nella memoria dei lettori del magazine. Una copertina che ha elevato Sharbat a simbolo dei conflitti afgani di quel periodo storico. Simbolo senza identità. Tutti l’hanno conosciuta come la Monnalisa della Guerra Afgana o semplicemente la ragazza afgana. Il vero nome di Sharbat, infatti, è rimasto sconosciuto fino al 2002. Anno in cui National Geographic organizzò una spedizione per accertarsi che la ragazza stesse bene.
Diciassette anni dopo, Steve Curry e lo staff di National Geographic la ritrovarono trentenne , sposata e madre di tre figli. In quell’occasione, il fotografo le fece un’altra foto. Uno scatto meno conosciuto del primo ma in cui gli occhi magnetici sono sempre gli stessi. “La sua pelle è segnata, ora ci sono le rughe, ma lei è esattamente così straordinaria come lo era tanti anni fa”, disse di lei nel 2002 Curry al suo ritrovamento. La ragazza è rimasta nel cuore del fotografo. Una musa indimenticabile. Ancora oggi – prima dell’arresto – Steve Curry sentiva Sharbat ogni mese. Chissà se, adesso che la donna è in carcere, potrà ancora farlo.