Congresso Usa proclama vittoria di Biden. Trump isolato, rischia la rimozione
E' salito a 4 il bilancio delle vittime negli scontri di ieri. Sono 13 i feriti e 52 le persone arrestate, molte per violazione del coprifuoco. Lascia il numero due della sicurezza nazionale
Il Congresso ha proclamato Joe Biden e Kamala Harris presidente e vicepresidente degli Stati Uniti al termine della seduta del Congresso a camere riunite per certificare i voti del collegio elettorale, vinto dal ticket dem con 306 voti contro i 232 di quello repubblicano.
Il parlamento ha respinto alcune contestazione avanzate da esponenti repubblicani dopo che la seduta era stata interrotta per l’assalto dei manifestanti pro Trump a Capitol Hill.
Biden e Harris giureranno il 20 gennaio.
“Anche se sono totalmente in disaccordo con il risultato delle elezioni ci sara’ una transizione ordinata verso il 20 gennaio“, giorno del giuramento e dell’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca: lo afferma Donald Trump in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca.
“E’ la fine del piu’ grande mandato presidenziale della storia, ma e’ solo l’inizio della nostra lotta per fare l’America di nuovo grande”, aggiunge. “Ho sempre detto che continueremo la nostra lotta per assicurare che solo i voti legali contino”, aggiunge Trump.
Si aggrava intanto il bilancio delle vittime in seguito agli scontri avvenuti ieri durante l’assalto al Congresso americano da parte dei sostenitori di Donald Trump.
Oltre alla donna uccisa da colpi d’arma da fuoco esplosi da un agente del Campidoglio, altre tre persone sono morte per emergenze e complicazioni mediche. Sono stati colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia a uccidere Ashli Babbit durante le proteste.
Lo ha riferito il capo della polizia di Washington, sottolineando che un’inchiesta è stata aperta sull’evento. La donna è stata colpita da un agente in uniforme della polizia del Campidoglio con la sua arma di servizio.
Sono 13 i feriti e 52 le persone arrestate, molte per violazione del coprifuoco. Il vice consigliere per la sicurezza nazionale, Matt Pottinger, si è dimesso in seguito all’assalto al Congresso da parte dei fan di Donald Trump. Lo riferisce la Cnn.
Intanto il sindaco di Washington ha esteso l’emergenza pubblica per altri 15 giorni, fino al 21 gennaio, il giorno dopo l’insediamento di Joe Biden, appuntamento per il quale si temono nuovi forti tensioni.
Donald Trump è sempre più solo. L’ipotesi di invocare il 25/o emendamento per rimuoverlo si sta rafforzando nel gabinetto del presidente, anche se l’idea non è stata ancora ventilata al vicepresidente Mike Pence.
Il 25/o emendamento della Costituzione prevede che il vicepresidente prenda i poteri nel caso il presidente muoia, si dimetta o sia rimosso dal suo incarico. D’accordo sulla rimozione anche alcuni leader repubblicani.
“Impeach”. Alexandria Ocasio-Cortez, la deputata star dei democratici, è stringata ma chiara sulle sue intenzioni. Vorrebbe procedere con l’impeachment di Donald Trump per gli scontri in Congresso. Ilham Omar, altra deputata liberal parte dello Squad (il quartetto che include anche Rashida Tlaib e Ayanna Pressley), ha annunciato di essere già al lavoro per la stesura degli articoli per l’impeahchment.
E si susseguono diverse dimissioni, dalla portavoce di Melania Trump al vice portavoce della Casa Bianca. E stanno valutando di lasciare anche il ministro dei Trasporti e il consigliere per la sicurezza Nazionale.
Intanto Trump, che ieri è intervenuto con un video in cui ribadiva l’accusa di elezioni falsate invitando comunque i suoi fan a ‘tornare a casa’, è stato bannato temporaneamente dai principali social media, Twitter, Facebook e Instagram.
La condanna per l’assalto al Congresso statunitense è arrivata unanime da tutto il mondo. L’ex presidente Obama ha parlato di “grande disonore e vergogna” per gli Stati Uniti ma non “una completa sorpresa”. La violenza, ha detto, è stata “incitata da un presidente che ha continuato a mentire sul risultato delle elezioni”.
“La violenza è incompatibile con l’esercizio dei diritti politici e delle libertà democratiche”, le parole del premier italiano, Giuseppe Conte. Parole di condanna sono arrivate anche da tutti i leader europei, da Macron a von der Leyen e Johnson. Protesta anche del mondo dello sport americano.
(ANSA)