CRONACA

Covid, L’Ue farà rispettare i contratti sui vaccini. Michel: ‘Useremo tutti i mezzi legali’

La Ue intende “fare rispettare i contratti firmati” dalla Pfizer sui vaccini, se necessario anche ricorrendo a mezzi legali. Lo ha detto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ospite della trasmissione ‘Grand Rendez-vous’ della radio Europe 1. “Possiamo utilizzare a questo scopo tutti i mezzi giuridici a nostra disposizione”, ha affermato Michel.

 “E’ evidente che, se i vaccini non ci sono, slitta di qualche settimana o mese l’immunità di gregge. Non dipende da noi ma dalle aziende che forniscono i vaccini”.

Lo ha detto il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia a SkyTg24 confermando che i richiami saranno “fatti e garantiti” ma che il piano va rimodulato “in base ai numeri ridotti”.

“Pretendiamo che quei numeri siano ripristinati” ha aggiunto, sottolineando che “se ci sono problemi produttivi” per i ritardi “devono spiegarceli” ma, “se i vaccini destinati all’Ue finiscono in altri continenti, è molto grave”.

La partita dunque si gioca tutta sui vaccini e sul necessario aggiornamento del Piano vaccinale. Il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia ha convocato un vertice con le Regioni. All’incontro anche il ministro della Salute Roberto Speranza e il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri.

Sono 13.331 i nuovi casi di Covid in Italia in 24 ore, per un totale dall’inizio dell’emergenza di 2.455.185.

L’incremento delle vittime, invece, è di 488, che porta il numero complessivo a oltre 85mila: 85.162. In base ai dati del ministero della Salute, gli attualmente positivi in Italia scendono per la prima volta da settimane sotto i 500mila: 498.834, con un calo di 3.219 rispetto a venerdì.

Dall’inizio dell’epidemia sono invece 1.871.189 i pazienti dimessi o guariti, con un incremento nelle ultime 24 ore di 16.062. Sono 2.386 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, in calo di 4 nel saldo tra entrate e uscite rispetto a ieri. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono 174.

Nei reparti ordinari sono invece ricoverati 21.403 pazienti, in calo di 288 unità rispetto a venerdì. Sono 286.331 i test per il coronavirus (molecolari e antigenici) effettuati in Italia in 24 ore. Venerdì, secondo i dati del ministero della Salute, erano stati 264.728. Il tasso di positività scende di mezzo punto al 4,6% (era al 5,1%).

“Non mancano ‘dosi’ di vaccino Pfizer, ma le siringhe di precisione che permettono di estrarne la quantità giusta non sono proporzionate alle fiale: se avessimo quelle potremmo sempre avere sei dosi per fiala e non 5, così come ha suggerito l’Aifa, e tentare di colmare il gap”.

E’ quanto affermano in sintesi alcuni Centri vaccinali di diverse Regioni (tra cui Lombardia, Sicilia, Emilia Romagna), che segnalano per questa settimana il mancato arrivo delle siringhe di precisione (per la Calabria invece il problema è stato riscontrato la settimana precedente) da parte della struttura commissariale per l’Emergenza. Non tarda la risposta del Commissario Arcuri: “E’ falso” che siano state mandate ai Centri vaccinali meno siringhe di precisione.

“In questa settimana si è provveduto a distribuire un numero inferiore di siringhe per la banale ragione che Pfizer ci ha inviato un numero inferiore di fiale di vaccino”. Cosa che proseguirà anche la prossima settimana poiché “arriveranno il 20 per cento di fiale in meno rispetto a quanto comunicato”.

Nella vicenda interviene il premier Conte: “I rallentamenti delle consegne” dei vaccini “costituiscono gravi violazioni contrattuali, che producono danni enormi all’Italia e agli altri Paesi europei, con ricadute dirette sulla vita e la salute dei cittadini e sul nostro tessuto economico-sociale già fortemente provato da un anno di pandemia.

Ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali, come già stiamo facendo con Pfizer-Biontech, per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali e per proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale”, ha scritto su Facebook il premier parlando di AstraZeneca.

“Le ultime notizie che ci arrivano dalle aziende produttrici dei vaccini anti-Covid sono preoccupanti – ha scritto su Facebook Conte -.

Dapprima Pfizer-Biontech ha comunicato un rallentamento della distribuzione ai Paesi Ue delle dosi di vaccino già programmate. Ma ancora più preoccupanti sono le notizie di ieri diffuse da AstraZeneca, il cui vaccino è in attesa di essere presto distribuito anche nell’Ue.

Se fosse confermata la riduzione del 60% delle dosi che verranno distribuite nel primo trimestre significherebbe che in Italia verrebbero consegnate 3,4 milioni di dosi anziché 8 milioni”.

La prima consegna del vaccino di AstraZeneca, se otterrà il via libera dall’Ema il 29 gennaio, dovrebbe essere fatta il 15 febbraio.

E’ quanto avrebbe detto, secondo quanto si apprende, il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri nel corso della riunione con le Regioni. Le altre due consegne sarebbero invece previste per il 28 febbraio e il 15 marzo.

A fine marzo in Italia saranno consegnate circa 15 mln di dosi di vaccino, avrebbe detto ancora il Commissario per l’Emergenza spiegando che al momento da Astrazeneca, se approvato da Ema, avremo non gli 8 mln assicurati in precedenza, ma 3.4 entro fine marzo, oltre alle dosi di Moderna e Pfizer.

Lunedì l’Avvocatura dello Stato avrà terminato gli approfondimenti giuridici e l’Italia procederà contro Pfizer su tre canali: una diffida per inadempimento da presentare in Italia, un esposto ai pm per potenziale danno alla salute e una richiesta a nome del governo italiano e delle regioni al foro di Bruxelles per inadempimento.

Un coordinamento permanente tra Stato e Regioni “finchè le aziende non daranno certezze definitive” sulle consegne dei vaccini: è quanto ha proposto, secondo quanto si apprende, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia nel corso della riunione con le regioni chiedendo a tutti “massima solidarietà e toni istituzionali”. “Ci si convoca – ha aggiunto – per ogni aggiornamento che il commissario Arcuri avrà da comunicarci sui vaccini, sulla distribuzione e sulle interlocuzioni con le aziende farmaceutiche”.

IL MONITORAGGIO ISS-SALUTE – “Questa settimana, alcune regioni hanno rischio basso, altre moderato ma ci sono ancora regioni a rischio elevato; quindi la valutazione complessiva ci dice che dobbiamo porre attenzione alla situazione.

Quindi il messaggio è che c’è una lieve diminuzione dell’incidenza nel paese ma che è lontana dal consentire di riprendere a tracciare i casi, quindi l’epidemia è fuori controllo perchè non si riesce appunto ancora fare il tracciamento”.

Lo ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, alla conferenza stampa al ministero sui dati del monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia.

“L’Epidemia resta in una fase delicata e non dobbiamo allentare misure: quando le allentiamo il virus ricomincia a correre, è uno stop and go.

Quindi è meglio mantenere le misure per evitare circolazione troppo elevata. Dobbiamo essere molto lesti nell’identificare varianti e prendere misure di restrizione mobilità nei posti i cui ciò dovesse accadere, quindi bisogna tenere guardia molto alta”.

“Dopo il picco siamo a circa 20-25mila dosi di vaccino al giorno somministrate e ciò a causa dei tagli delle forniture.

E’ atteso per il 29 gennaio il parere di Ema sul vaccino AstraZeneca, che ha comunicato una riduzione della capacita produttiva e ciò richiederà una rimodulazione della campagna vaccinale“, ha spiegato il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli.

“Possiamo dire che a fine gennaio l’Italia dovrebbe avere a disposizione circa 2,5 mln di dosi che servono sia per prime immunizzazioni sia i richiami”.

A oggi non c’è alcuna evidenza che i vaccini disponibili, Pfizer e Moderna, non offrano copertura rispetto alle varianti del virus.

Quindi il messaggio in questo momento è assolutamente rassicurante”. “Ad oggi sono state somministrate un pò più del 70% delle dosi di vaccino consegnate, ciò perchè va mantenuta una aliquota per garantire in richiami. Rimaniamo in testa al gruppo dei paesi che in Europa hanno somministrato più vaccini – ha spiegato Locatelli – e siamo attualmente secondi dopo la Germania e questo a dispetto della riduzione del numero delle dosi osservata in questa settimana, -29%, e anche a dispetto dell’ulteriore riduzione annunciata da Pfizer anche per la prossima settimana e quantificabile nell’ordine del 20%”.

Dopo cinque settimane di crescita ininterrotta, scende l’indice di trasmissibilità Rt in Italia collocandosi a quota 0,97, e calano anche i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari.

Ma è troppo presto per pensare ad una effettiva inversione di rotta della curva epidemica da Covid-19. Continua ad essere un quadro preoccupante, sia pure con qualche primo segnale di miglioramento, quello che si evince dall’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute (dati relativi alla settimana 11/1/2021-17/1/2021, aggiornati al 20/1/2021) sull’andamento dell’epidemia da SarsCov2 nel Paese.

Attualmente sono dieci le regioni con Rt sopra 1. Molise e Sicilia guidano la classifica dell’Rt rispettivamente con 1.38 e 1.27. Questo il quadro degli Rt puntuali regione per regione contenuto nella bozza del 36/o monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute con dati al 20 gennaio 2021 relativi alla settimana 11/1/2021-17/1/2021.

REGIONE – RT 
Abruzzo 1.05
Basilicata 1.12
Calabria 1.02
Campania 0.76
E-R 0.97
FVG 0.88
Lazio 0.94
Liguria 0.99
Lombardia 0.82
Marche 0.98
Molise 1.38
Piemonte 1.04
PA Bolzano 1.03
PA Trento 0.9
Puglia 1.08
Sardegna 0.95
Sicilia 1.27
Toscana 0.98
Umbria 1.05
Valle d’Aosta 1.12
Veneto 0.81

 

(ANSA)

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