TEKNOSERVICE, ROSA: NESSUNA BOCCIATURA PRECOSTITUITA
L’istanza della società torinese è stata giudicata improcedibile perché non conforme ai requisiti del Piano regionale di gestione dei rifiuti e di quelli di legge
Nessuna bocciatura precostituita per Teknoservice. Il progetto presentato dalla società torinese per la realizzazione di un “impianto integrato di trattamento e recupero della frazione organica di rifiuti solidi urbani con produzione di Biometano e compost di qualità”, da realizzarsi in Contrada Santa Lucia a Pisticci, è stato rigettato dalla Regione Basilicata perché non conforme ai requisiti del Piano regionale di gestione dei rifiuti e di quelli di legge.
Il Piano, infatti, ha introdotto alcuni criteri di localizzazione utili ad individuare le aree idonee alla realizzazione di attività industriali dedicate alla gestione dei rifiuti.
E, chiarendo i criteri, la legge regionale n. 35 del 2018 stabilisce in maniera inequivocabile le distanze che i possibili nuovi impianti di recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti devono rispettare in relazione ai vincoli ambientali, territoriali e paesaggistici che gravano sul territorio regionale.
Criteri che il progetto della Teckoservice non ha rispettato, come risulta dall’istruttoria condotta dall’Ufficio prevenzione e controllo ambientale del Dipartimento Ambiente e dall’attenta verifica della Conferenza di servizi appositamente costituita, che ha archiviato l’istanza rilevandone l’improcedibilità.
Il parere negativo ha registrato anche il dissenso del Comune di Pisticci, espresso più volte e formalmente, contro l’impianto che, da solo, ha la potenzialità di recupero dell’umido da raccolta differenziata di 45 mila tonnellate all’anno a fronte di un fabbisogno regionale di 50 mila tonnellate.
Nello specifico al progetto della Teknoservice si contesta la localizzazione dell’impianto nei pressi di un corso d’acqua soggetto a tutela, il Fosso della Chiobica, e di ricettori sensibili all’inquinamento acustico e olfattivo nell’area.
In entrambi i casi non sono state rispettate le distanze previste dalle norme, determinando le condizioni di improcedibilità. Sono state giudicate penalizzanti, inoltre, ai fini dell’autorizzazione la presenza di case sparse a meno di mille metri e la realizzazione dell’’impianto nell’area ricadente nel Piano paesistico del “Metapontino”.
Contro la decisione negativa della Regione, la società torinese ha fatto ricorso. Attualmente sia il Tar che il Consiglio di Stato hanno rigettato la sospensiva.
“La Regione Basilicata – ha commentato l’assessore all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa – non è ‘casa delle lobby’. Non siamo assolutamente contro l’iniziativa privata, purché rispetti le leggi esattamente come previsto anche per la componente pubblica.
Condizione che il progetto di Teckoservice, a nostro parere, non ha soddisfatto. Non nego che esiste un ritardo nell’impiantistica pubblica per la gestione dei rifiuti.
Questa maggioranza sta affrontando con determinazione la situazione. Abbiamo stanziato circa 30 milioni di euro per chiudere il ciclo della raccolta differenziata, fondi che, con la messa a regime dei quattro impianti previsti dal Piano, libereranno parzialmente i Comuni della Basilicata dall’obbligo di conferire la frazione umida in altre regioni.
L’impianto di compostaggio di Lauria dovrebbe entrare in funzione tra non molto tempo con l’approvazione dell’Aia che avverrà in poche settimane.
Per l’impianto di Venosa, invece, è stata prorogata la validità di giudizio favorevole della compatibilità ambientale e i lavori sono in corso, mentre sono in fase di progettazione gli impianti di Potenza e Colobraro.
Una situazione in stasi che abbiamo sbloccato per permettere ai Comuni lucani – conclude Rosa – ulteriori abbattimenti delle tariffe che ora si attestano per il Comune di Potenza sui+ 189,90 euro e per tutti gli altri è di 170 euro a tonnellata. Circostanza che si verificherà non appena entreranno in funzione i nuovi impianti pubblici”.