DAPHNE RAPPRESENTAZIONE TEATRALE 11 AGOSTO A GROTTOLE
Domani sera, 11 agosto, con inizio alle 21:00 in Piazza Aldo Moro a Grottole andrà in scena la rappresentazione teatrale dal titolo “Daphne” rientrante nel ricco cartellone proposto dall’Associazione Pa. Ga.
Scenamediterraneo Potenza, del Festival Teatri di Pietra 2021 programmato in collaborazione con la Regione Basilicata, la BCC Laurenzana-Nova Siri, i Comuni di Aliano, Grottole, Grumento Nova, Venosa, il Museo Archeologico della Val d’Agri.
Daphne è tratto da Le Metamorfosi di Ovidio di Mda Produzioni, la drammaturgia e la coreografia sono curate da Aurelio Gatti, gli attori sono Lucia Cinquegrana, Lucrezia Serafini, Luca Piomponi e Claudio Morello.
Il mito di Apollo e Daphne è la storia di un amore mai realizzato, ma anche di un paradosso proprio il dio protettore delle arti mediche non riesce a trovare un farmaco per la ferita infertagli da Eros, proprio il nume che conosce presente, passato e futuro, lascia che la sua mente onniveggente sia offuscata dalla tenace passione per la bellissima Daphne, figlia del fiume Peneo e di Gea. Apollo, nel vederla se ne innamora, ma la fanciulla nel vedere il Dio, fugge e la invoca.
Quando ormai sta per essere ghermita, Daphne, esausta rivolge una preghiera al padre o alla madre affinchè la sua forma, causa di tanto tormento, sia tramutata in qualcos’altro. In pochi istanti la giovinetta si irrigidisce, i piedi divengono radici, le braccia rami, il corpo si ricopre di una ruvida scorsa, si sta trasformando in un albero di alloro.
Apollo la raggiunge, ma è troppo tardi, riesce appena a rubarle un bacio prima che anche la sua bocca, sia ricoperta dalla corteccia.
Questo il mito, narrato da Ovidio nelle Metamorfosi. Viene naturale prendere le parti di Daphne, che fugge da un accanito e possessivo spasimante, forse intento a soddisfare la sua passione senza tener conto della volontà dell’amata, eppure merita una meticolosa attenzione la sofferenza di Apollo, il dolore di chi ama senza essere ricambiato. Il dio potrebbe avere tutte le fanciulle che vuole ma desidera Daphne non per un capriccio, ma perché è stato ferito dalla freccia d’amore di Eros.
Non si sceglie di amare e chi amare. Perché innamorarsi di una creatura che susciterà di certo, amore e rifiuto? Apollo, non può conoscere il futuro, avrebbe potuto prevedere le tragiche conseguenze della sua passione oppure insegue Daphne. Egli è il Dio dell’ordine, del raziocinio, eppure compie atti irrazionali per amore.
La ragione, viene sconvolta per colui o colei che si desidera ardentemente. L’amore suscita un sentimento di totalità e interezza, trasfonde nell’idea di armonia, idealizza la vita futura, accanto alla persona amata a tal punto da idealizzare l’altro.
Il rifiuto è quasi un omicidio, è come se la persona amata, respingendo uccidesse l’immagine ideale che di lei ci si è costruiti.
Il rifiuto è ingiusto. Saffo, nella celebre ode ad Afrodite, invoca la dea perché ristabilisca gli equilibri e faccia rispettare la legge cosmica dell’amore, secondo la quale chi è amato ha il dovere di ricambiare con altrettanto amore.
Il rifiuto costituisce un atto di ingiustizia Adikia. Nella realtà, però non c’è alcuna legge che obblighi ad amare. Se Daphne è una vittima, Apollo non va certo giustificato ma compatito.
Comunicato stampa Associazione Pa. Ga. Scenamediterraneo Potenza 10 agosto 2021