Cappella Sistina, ecco il presepe ispirato a Raffaello
Finanziato da Fondazione Sacchetti, resterà per feste di Natale
La Natività che col suo mistero attira lo sguardo, mentre il cielo azzurro e terso infonde speranza.
La scena sacra, con la Madonna e San Giuseppe che indossano gli stessi abiti de Lo sposalizio della Vergine, è accolta in una architettura che rievoca il Serapeo di Villa Adriana a Tivoli, sul cui timpano è riprodotta in miniatura la celeberrima Scuola di Atene.
Tutto intorno, con la cura maniacale di ogni particolare, ci sono rovine antiche, il mercato con i venditori, i mendicanti, i pastori con le pecore, una piazza con il pozzo che ricorda San Gimignano, gli scorci suggestivi di Spoleto e San Gemini, e gli immancabili Re Magi, a ricreare un paesaggio immaginario ma verosimile, dalle atmosfere cinquecentesche.
E poi ancora ecco Raffaello, Dante e Caravaggio, che, intenti nelle loro arti in questo luogo tra fiaba e realtà, si ritrovano incredibilmente insieme, come per accompagnare chi arriva verso la magnifica visione offerta da uno dei luoghi simbolo della devozione cristiana.
Avrebbe dovuto essere allestito nel 2020 in omaggio a Raffaello nel 500/o anniversario dalla sua morte, poi il covid con la sua furia ha fermato anche questo progetto, ma dal 3 dicembre finalmente il presepe di stile e soggetto rinascimentale ispirato proprio all’urbinate e finanziato interamente dalla Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti Onlus accoglierà per tutto il periodo di Natale i visitatori della Cappella Sistina.
La dimora della bellezza più pura, uno dei più importanti siti artistici al mondo e cuore della cristianità, avrà dunque per la prima volta il suo presepe, realizzato in 9 mesi da un gruppo di artisti artigiani (Giuseppe Passeri, Eva Maria Antulov e Alfonso Pepe) e dedicato alla memoria di Giulio Sacchetti (scomparso nel 2010, già Delegato Speciale della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano): l’opera con i suoi 3 metri di lunghezza e 2 di profondità resterà allestita fino al 15 gennaio, per celebrare l’abbraccio tra teologia e filosofia (la nascita di Gesù accanto alla Scuola di Atene) e al tempo stesso il talento irraggiungibile di Raffaello, il primo ispiratore, ma anche quello di Dante (in occasione dei 700 anni dalla morte) e di Caravaggio, per i 450 anni dalla nascita.
La particolarità di questo presepe, oltre alla perfezione dei dettagli e al significato simbolico di ogni elemento, sta nei materiali provenienti da tutto il mondo con cui è stato realizzato.
Dal sughero al legno pregiato, dal mallo delle noci da cui è stato ottenuto il colore di fondo del presepe ai preziosi lapislazzuli della miniera di Sar-e-Sang nel nord dell’Afghanistan per gli azzurri dalle tonalità irripetibili, e poi il raro diaspro inserito nella composizione e rinvenuto dallo stesso Passeri nell’arcipelago toscano e la serie di azzurriti in arrivo dal Marocco: un’opera unica, che grazie a questi materiali è stata concepita per resistere al trascorrere del tempo.
Ma il presepe, donato al Vaticano (che poi dopo l’esposizione nella Cappella Sistina sceglierà dove dislocarlo), è soprattutto un ulteriore esempio del mecenatismo illuminato e contemporaneo che la Fondazione Sacchetti Onlus porta avanti dal 2013, in un impegno costante a sostegno dell’arte, della ricerca scientifica, degli studenti meritevoli.
“Sono emozionata, perché questo presepe è dedicato alla memoria di mio marito che qui in Vaticano ha lavorato per quasi 40 anni, una vita intera”, ha detto ieri sera all’ANSA Giovanna Sacchetti, presidente della Fondazione, durante la presentazione del presepe.
“Quando mi hanno proposto il progetto ho accettato subito: lo vedo ora per la prima volta, non ho voluto guardare neppure una fotografia. Mi aspettavo questo bel risultato e spero che il presepe venga apprezzato da tantissime persone”.
“Il mio rapporto con questo luogo inizia nel 1980 con la firma del contratto di mio marito per seguire i lavori per la pulitura della Cappella Sistina e termina nel 1994, con la Messa Solenne celebrata dal Santo Padre Papa Giovanni Paolo II, sempre in Sistina, occasione della presentazione dei restauri”, ha aggiunto. “In quei 14 anni ho visitato molte volte il cantiere e tornare qui con un presepe dedicato a mio marito personalmente è molto commovente”.
ANSA