Mogol, il mio centro La Rinascita’ un aiuto per vivere sani Progetto dopo il libro di brani-cult e concerti su Battisti
”Oltre che per le mie canzoni, vorrei essere ricordato per aver cercato di fare cose utili agli altri come la scuola Cet che è una società no profit di cui sono presidente senza aver mai preso un euro.
Per avere avuto l’ idea della Nazionale Cantanti con la quale abbiamo donato cento milioni di euro ai bambini che soffrono.
E per quello che sto facendo adesso per la prevenzione primaria, che riguarda le misure per non ammalarsi, per vivere bene evitando ciò che fa male e che dipende dallo stile di vita”. Giulio Rapetti Mogol, l’ autore di canzoni indimenticabili che hanno segnato la storia della musica italiana e la vita di generazioni di italiani, a 85 anni non smette di fare progetti.
Il libro appena uscito ”Oltre le parole” con una sua lunga intervista e il commento ai testi di 60 grandi successi viaggia nelle zone alte delle classifiche.
Lo spettacolo ”Emozioni. Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti” che lo vede sul palco con il giovane cantante Gianmarco Carroccia fa tappa il 15 gennaio all’ Auditorium Parco della Musica dopo una serie di sold out. E ora, soprattutto, indicare la strada per una vita migliore nel vero senso della parola.
Dalle prime settimane del 2022 Mogol ha una agenda piena di impegni. Quello che gli sta particolarmente a cuore è, appunto, il progetto ”La Rinascita”, che nascerà ad Avigliano Umbro (Terni) dove ha sede il Cet, Centro Europeo di Toscolano, la struttura universitaria di eccellenza che finora ha insegnato a tremila giovani artisti a navigare nel mondo della musica e dello spettatolo.
Mogol lo presenterà a gennaio con i nomi maggiori della medicina nazionale coinvolti in questa scommessa. ”Io ho altre due grandi passioni, l’ architettura e la medicina.- spiega Mogol all’ ANSA – .
Da trenta anni mi dedico alle difese globali dell’ organismo. Sono stato chiamato in molte università, a Bologna ne ho parlato davanti a 200 medici. La prevenzione secondaria punta alla ricerca delle patologie, la prevenzione primaria indica cosa fare per non ammalarsi.
I nostri sistemi nervoso, endocrino e immunitario ci difendono da tutte le malattie se sono integri, basta reintegrarli.
Le indicazioni sono molto complesse perché oltre all’ alimentazione e al sonno, è la mente a creare problemi grossissimi… tante situazioni che si ripercuotono in modo grave sulla salute, la depressione, aver subito un torto e non riuscire a superarlo, cose che portano ai tumori. Sto scrivendo un libro dove parlerò di tutto questo”.
Il centro ”La Rinascita” offrirà soggiorni di tre, sei e nove giorni, a seconda delle possibilità delle persone.
”Già tre giorni bastano – dice – ma con sei e nove la riparazione e la reintegrazione delle difese saranno ancora più profonde. Io sogno che tutti possano fare almeno tre giorni.
La salute è il bene più importante ma se guardiamo come la trattiamo è un disastro, perfino tanti medici fumano e non dormono. Ogni giorno bisogna pensare cinque minuti che l’importante è vivere sani e far vivere sani”.
La lunga carriera di autore di capolavori della musica pop resta, però, un capitolo imprescindibile della attività artistica di Mogol. ”Oltre le parole’ (a cura di Clemente Mimun e Vittoria Frontini, Edizioni Minerva) è il titolo del libro nato da un’ idea della moglie di Mogol, Daniela Gimmelli, primo di una trilogia con testi, foto e aneddoti sui brani-cult scritti con il fuoriclasse di Poggio Bustone e per altri campioni della musica pop, da Mina a Tony Renis, Celentano, Morandi, Bobby Solo, Mango, Cocciante, Equipe 84,Dick-Dick, Vanoni, Dalla, Tenco.
”Uscirà un volume ogni anno, poi basta – dice sorridendo – Non credo di avere altro tempo per farne ancora”. Lo spettacolo con Carroccia, un ex della scuola Cet che sette anni fa invitò il maestro a uno spettacolo a Sperlonga (Latina) sugli ‘evergreen’ di Battisti, non nasconde il rischio dell’ operazione nostalgia?
”Al contrario, soddisfa proprio questa voglia di nostalgia. Non è una idea mia ma di Gianmarco, un sosia di Battisti… la testa, i capelli, tutto. Canta proprio come lui.
I numeri degli spettatori dimostrano che il pubblico chiede questo, ascoltare e cantare le canzoni che ha amato”. Che cosa ha rappresentato il lavoro con Battisti? ”Quello che penso tutti riconoscono, una serie di successi e di canzoni considerate molto belle.
Purtoppo abbiamo perso tre grandi autori molto giovani, prima lui poi Mango e infine Gianni Bella, con l’ictus che gli ha impedito di continuare a scrivere canzoni.
Davvero una grossa perdita”. ”Abbiamo avuto un bel passato musicale – dice Mogol -.
Oggi vedo il futuro che ho costruito con la mia scuola. In tanti anni sono uscite canzoni meravigliose ma la promozione è fondamentale e finchè non avremo la possibilità di esprimerci in un programma televisivo presentando i nostri ragazzi quello che abbiamo creato rimane segreto. Ho proposto alla Rai un grande spettacolo chiamato ‘Università del Pop’ per presentare le canzoni più belli interpretate anche da cantati famosi. Vedremo cosa succederà”.
Da presidente della Siae, Mogol riflette infine sul fatto che ”la bastonata del Covid è stata dura con lo stop a concerti, raduni e discoteche. Stiamo ricominciando parzialmente ma i problemi continuano. Il direttore generale della Siae Gaetano Blandini ha avuto l’ idea geniale di fare i pacchi viveri per gli autori più colpiti che non avevano da mangiare.
In tanti ci hanno ringraziato perché hanno avuto la possibilità di sopravvivere”.
ANSA