THINK TANK BASILICATA, L’INTERVENTO DI BARDI NELL’EVENTO CONCLUSIVO
Di seguito l’intervento pronunciato dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, nel corso dell’evento conclusivo del ThinkTanck Basilicata, che si è svolto oggi a Matera.
“1. Il Piano strategico regionale, sulla base di una analisi e di una diagnosi dello stato di salute dell’economia e del territorio regionale indica le possibili via di uscita dallo stato di crisi e dai rischi di declino che corrono l’economia e la società regionale.
L’analisi della condizione socioeconomica attuale restituisce infatti un quadro per molti aspetti motivo di grande preoccupazione, anche se non mancano fattori di segno positivo.
2. Declino demografico, divari infrastrutturali, contrazione quantitativa dell’imprenditoria endogena, processi di disarticolazione territoriale, questione ambientale, squilibri sociali crescenti, deficit di competenze amministrative della P.A., descrivono uno scenario gravido di criticità. restituendo un’analisi cruda ma veritiera sullo stato di fragilità di gran parte della nostra economia e della nostra società, fragilità acuita dalla pandemia.
3. Tra le criticità che segnano la nostra condizione vi è innanzitutto lo spopolamento. Un fenomeno che, se certamente non riguarda solo la Basilicata, ma Il Mezzogiorno e l’Europa più in generale, da noi costituisce una vera e propria emergenza in grado di mettere in discussione la stessa tenuta dell’identità istituzionale della Regione, la possibilità di un futuro per molteplici comunità, il rischio di una implosione economica e sociale in diverse aree territoriali.
4. Particolarmente critico è lo stato di molte infrastrutture, segnate da pluriennali mancanze di interventi manutentivi, in una dimensione -che non ho esitazione a definire – per quanto mi riguarda, sorprendente e inattesa.
Basta considerare lo stato delle infrastrutture che afferiscono alla più importante delle risorse regionali, l’acqua (con perdite sino al 60% di questa importantissima risorsa), o ai pochissimi interventi realizzati per combattere il dissesto idro-geologico, una questione di primaria importanza per la Basilicata.
A questi due esempi, a cui potrei aggiungerne altri, si sommano i ritardi accumulati su temi assai delicati come quelli che afferiscono ai grandi rischi, alle emergenze, in una terra così esposta a rischio sismico o a calamità naturali e non solo, come abbiamo imparato con la pandemia.
5. Il Piano sollecita ad intraprendere con determinazione un profondo processo di riforma, sottolineo profondo, che coinvolge anche gli enti e le organizzazioni di emanazione regionale, per poter raccogliere le molteplici sfide di innovazione e di trasformazione dell’economia e della società lucana richieste dal tempo presente e sollecitate dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dagli obiettivi del nuovo quadro di programmazione comunitaria.
6. Più in generale dalle analisi sul capitale di risorse inutilizzate, sprecate, o sottoutilizzate, che si tratti delle risorse idriche, piuttosto che di quelle forestali, che si tratti del patrimonio pubblico immobiliare o dei terreni demaniali, dello stato delle infrastrutture o della gestione delle aree industriali, e l’elenco potrebbe proseguire in molteplici ambiti e settori, emerge come l’eredità ricevuta sia davvero pesante. Di più, potremmo dire che tutti i nodi sono venuti al pettine.
7. A fronte di questo scenario che fare? Quali gli indirizzi del Piano strategico? Innanzitutto quello di fare dei punti di debolezza i punti di forza di domani.
Si tratta di un metodo ben noto a quanti si sono occupano a vario titolo di strategia. Una parte dell’agenda programmatica è dunque già scritta, potremmo dire sollecitata se non imposta, da questo confronto con la realtà.
Al contempo la direzione di marcia per i prossimi anni ha già trovato nelle politiche e negli orientamenti europei, e nella sua traduzione nazionale con il Piano di ripresa e resilienza, una bussola fondamentale. Orientamenti, politiche ed azioni che sta ad ogni regione ed alla Basilicata nel caso concreto, saper interpretare e “piegare” (tra virgolette) agli interessi regionali, ossia corrispondere ai reali bisogni ed alle necessità di sviluppo delle nostre comunità.
8. Il Piano intende pienamente cogliere il portato di innovazione sociale, culturale, economico, amministrativo del PNRR per sostenere lo sforzo politico e progettuale per neutralizzare i processi regressivi, lo stratificarsi di una società bloccata (come quella ereditata), con scarsa mobilità sociale, tutta protesa a tutelare i già tutelati, finendo con l’impedire nei fatti alle nuove generazioni di considerare la Basilicata come terra di opportunità.
9. Il Piano strategico è il punto di ripartenza, il programma politico – programmatico da cui si dipanerà li documento di politica economica e finanziaria, il bilancio e la nuova programmazione. Rendere coerente il tutto è la condizione per dare gambe e concretezza alla attuazione di una strategia che cerca di frenare il declino, ricomporre i motivi di speranza.
10. Il Piano mostra obiettivi chiari: portare a termine, nel più breve tempo possibile le iniziative volte a garantire una connettività ultraveloce in tutta la Basilicata e a sostenere lo sviluppo di servizi digitali.
Senza la creazione di un contesto altamente digitalizzato qualsiasi progettualità rivolta alla rivitalizzazione dei borghi, al rafforzamento delle imprese, allo sviluppo della medicina territoriale, allo sviluppo di nuova mobilità, al potenziamento delle funzioni urbane, alla modernizzazione della pubblica amministrazione e cosi via, rimarrebbe sula carta, anzi… di più…. renderebbe vano ogni sforzo.
11. L’altro obiettivo prioritario è prendersi cura della casa comune, per mutuare una bella espressione del Regnante Pontefice, che significa tante cose:
– Innanzitutto la necessità di ripiegarsi sulle opere di manutenzione del territorio e delle sue infrastrutture.
– Ma avere cura della casa comune significa anche tutela del paesaggio, valorizzazione delle risorse ambientali. Anche qui la sfida sta nell’armonizzare lo sviluppo delle energie alternative senza sfigurare il paesaggio, dopo anni di anarchia. Ecco perché spetterà al Piano paesaggistico definire quei vincoli e quelle condizioni tali da tutelare questa risorsa e al contempo consentire in altre aree lo sviluppo della nuova industria energetica.
– In tema di energia significa armonizzare gli interessi delle Compagnie petrolifere con quelli della Regione, chiamando le stesse a maggiori responsabilità.
Non più solo il mero trasferimento di risorse economiche a titolo di compensazione ambientale ma il coinvolgimento in piani e programmi di innovazione per accogliere la sfida della transizione ecologica, per portare in Basilicata Know how.
In questa prospettiva abbiamo accolto anche la sollecitazione ad un più puntuale riferimento alla scommessa sull’idrogeno ed alle diverse tecniche e tecnologie per produrle, così da approfondirne tutto il potenziale, senza cedere a facili slogan.
12. Cura della casa comune è anche rimettere a posto le reti idriche come quelle fognarie, davvero malmesse. Per non parlare della necessità di intervenire sui grandi invasi.
Si tratta di un capitale poco manutenuto, con criticità assai rilevanti e con problemi gestionali accumulatasi negli anni, aggravati da un ginepraio di enti che operano nel settore, dove il tema della sostenibilità economica e dell’efficienza è ormai un nodo cruciale.
Tutela dell’ambiente naturale, degli ecosistemi, della biodiversità, delle aree naturalistiche e al contempo rilancio del ruolo dei Parchi, e delle funzioni di sviluppo che questo capitale deve assicurare è un obiettivo ampiamente condiviso e che è entrato ormai nella sensibilità di tutti noi.
Una sensibilità che deve portarci a rilanciare e rivedere il ruolo e la funzione dei boschi, grande patrimonio della nostra terra, la loro salvaguardia e al contempo la loro capacità di generare economia. Il Piano sollecita un’azione mirata perché nasca finalmente una compiuta industria nel settore al pari di esperienze virtuose generate in altre regioni.
13. L’altro versante del Piano è costituito dall’attenzione al completamento dei grandi cicli infrastrutturali, a partire da quelli irrigui, per passare poi alle infrastrutture di collegamento e di interconnessione.
Il Piano si limita a delineare una visione che porti ad una maggiore integrazione est – ovest e non solo nord-sud; a recuperare una prossimità maggiore tra le due principali città capoluogo di Provincia per evitare una separazione di fatto di interessi e di relazioni, e a potenziare il sistema delle longitudinali e delle trasversali rinviando opportunamente al Piano delle infrastrutture la declinazione di questa strategia.
Si richiama però un principio di grande realismo che è quello di tener conto degli investimenti già decisi a livello nazionale per accrescere il loro potenziale impatto e vedere risultati a breve, a partire dal tema delle infrastrutture ferroviarie, senza che questo impedisca il dipanarsi di una visione più ricca ed articolata nell’apposito Piano delle infrastrutture.
14. Questo sguardo verso l’interno, questa visione basata innanzitutto sulla piena valorizzazione delle risorse endogene, e sui protagonisti locali dello sviluppo, non significa trascurare le dinamiche interregionali, nazionali, europee, mediterranee.
Il Piano, in più passaggi, evidenzia come le dinamiche economiche e sociali più vive sono proprio ai confini regionali, come si siano generati processi di interazione molto più significativi in queste aree e l’importanza che assumono le economie di relazioni con i territori contigui; si pone però il tema del ruolo e delle funzioni che è possibile esercitare in questo contesto per evitare pulsioni centripete: in questa prospettiva hanno un senso il rilancio della Pista Mattei, le Zone economiche speciali, ma anche di una ZES sulla cultura (maturata come riflessione e proposta proprio a seguito dell’esperienza positiva di Matera capitale europea della cultura 2019); così come ha senso il rilancio di una strategia che punti sulla creazione di centri di logistica e distribuzione per i prodotti agro-alimentari nel metapontino, la creazione di hub di competenze digitali e così via.
Occorre cioè che la Basilicata si disponga a divenire motivo di interesse, centro di gravitazione di alcuni servizi strategici funzionali alle strategie adriatiche e nord-europee ma anche rivolte al Mediterraneo; tematiche che andranno ulteriormente dispiegate ma anche chiare linee di indirizzo.
15. La Basilicata ha dunque necessità di esercitare un ruolo cerniera tra regioni e nel Mezzogiorno. Si tratta di conquistarsi un ruolo non potendo più considerare il dato territoriale e la vocazione geografica sufficiente.
Quel ruolo che almeno sul piano della cultura, nell’immaginario nazionale ed europeo e non solo, si è riusciti a conquistare con Matera 2019. Oggi siamo al giorno dopo, e siamo tenuti a ripensare una nuova strategia.
Il Piano evidenzia quanto sia importante e strategico un rafforzamento sull’asse natura-cultura-turismo, dell’immagine e della progettualità regionale, e pone – come in altri ambiti strategici – il tema dei poli formativi che devono alimentare la capacità di innovazione del sistema, del sostegno ai protagonisti del settore perché dispieghino pienamente le loro virtualità, sollecitando città e territori a nuovi protagonismi e a divenire fulcro di sperimentazioni e di generazione di ecosistemi virtuosi.
In questo orizzonte vi è una specifica attenzione per il mondo dell’industria del cinema, dell’audio-visivo e del digitale in genere, dell’industria culturale e creativa e all’intera filiera dell’economia di visita, dello sport, lungo percorsi definiti da specifiche strategie, come già accaduto in ambito turistico con il piano marketing e come ci apprestiamo con Piano della cultura.
16. Il Piano focalizza inoltre un altro tema fondamentale quello delle azioni per l’inclusione sociale e la lotta alla povertà ma anche a quelli più generali della cura della persona, soprattutto se disabile o a rischio di marginalità. Temi caldissimi in una regione con percentuali così elevate di persone in condizioni critiche.
Il Piano fa sue le indicazioni e le proposte della elaborazione europea su una “Europa più sociale ed inclusiva” già di per se molto esigenti e che individuano specifiche azioni ed obiettivi. Così come fa proprie le indicazioni sulla a parità di genere, dove si richiama espressamente la Strategia Europea 2020-2026.
18- Il Piano strategico si articola in 13 azioni, che qui ho velocemente riassunto, e in 4 azioni trasversali. Tra queste merita una ulteriore sottolineatura l’importanza che intendiamo dare al sistema di istruzione e ricerca a partire da un più esigente rapporto con l’Università.
E’ evidente che per la Regione il rafforzamento dell’Università è cruciale, e la stessa apertura della Facoltà di medicina è un segnale più che concreto in tal senso, ma è altresì evidente che abbiamo necessità di individuare un modello più virtuoso di relazioni non solo basato sul sostegno finanziario e sul coinvolgimento occasionale in determinate iniziative, ma di una strategia condivisa di collaborazione.
Metodo esigente che deve riguardare ogni realtà o organismo del mondo della ricerca da noi sovvenzionato. Senza un istruzione ed una ricerca di qualità non c’è futuro: Ne siamo più che consapevoli, ed è per questo che occorre tornare ad occuparsi con maggiore intensità del mondo dell’istruzione, favorendo la rigenerazione di scuole di arti e mestieri come richiesto anche dagli artigiani, sostenendo il sistema scolastico nel suo sforzo di innovazione anche tecnologico, promuovendo ITS e poli formativi, assecondando le esigenze palesateci dai giovani universitari lucani per rendere più attraente e competitiva l’Università, potenziando i processi di orientamento e le partnership con le imprese locali e con la grande impresa presente sul territorio, per favorire tirocini, stage, esperienze.
17. In questa visione di rigenerazione sociale ed economica, e di un piano di ripresa cruciale è il ruolo del mondo delle imprese, soprattutto endogene. Senza il protagonismo dei privati, senza la capacità di intraprendere, inventare, innovare non c’è sviluppo.
Il Piano ci impegna a fare il massimo per adeguare gli strumenti disponibili alle loro concrete esigenze, a rivedere le politiche di impresa sin qui fatte, a verificare quelle che effettivamente aiutano e quelle che non hanno prodotto gli esiti attesi; a velocizzare i processi amministrativi e semplificare le procedure; a valorizzare i capi-filiera, le imprese di punta in grado di generare sub forniture, a sostenerne la crescita e lo sviluppo.
Al contempo il piano sottolinea l’importanza di politiche di attrazione di investimenti in Basilicata e l’importanza dello sviluppo delle economie di relazioni rinviando alle agenzie operative come la neonata Apibas il compito di tradurle in azioni specifiche.
18. Tutto l’impianto del Piano ha come motivo ispiratore una prospettiva per le nuove generazioni, per il mondo giovanile. Provare a immaginare il futuro non può esser fatto senza di loro. L’interlocuzione con i giovani avviata nel Piano continuerà e lo faremo per tutti i piani attuativi che ci vedranno impegnati nelle prossime settimane. E’ una linfa di cui, noi che siamo impegnati in politica, abbiamo estremo bisogno.
19. Ma la Basilicata è anche terra di anziani, con necessità di un nuovo welfare, e di strutture socio-assistenziali all’altezza della complessità dei problemi, di una medicina territoriale efficiente e di una telemedicina all’avanguardia, sfide che stiamo raccogliendo con il nuovo Piano sanitario in grado, così da rispondere alle vecchie e nuove esigenze
20. Per l’implementazione del Piano stiamo dando vita a gruppi di lavoro che redigano Piani di settore e finalizzati a rendere coerente l’impalcatura programmatica-finanziaria anche mobilitando le risorse delprogrammazione comunitaria 2021-21-27 accanto alle opportunità derivanti dal PNRR.
Non solo, ma abbiamo dato il via alla realizzazione di Parchi progetti e di cantieri di progettazione già con i Fondo di rotazione per le autonomie locali, varato con legge nel 2020, oggi rafforzato da analogo intervento da parte della Ministra Carfagna, al fine di mobilitare le risorse tecnico-progettuali da mettere al servizio delle comunità locali. In questo orizzonte abbiamo anche costituito una struttura di Missione per il monitoraggio e l’attuazione del PNRR e del Piano strategico regionale e di sostegno agli enti locali.
21. Il Piano si conclude non casualmente con un riferimento alla legalità, intesa come valore identitario della società lucana e garanzia di qualità sociale ed ambientale e quale precondizione per l’attuazione del Piano Strategico.
22. Alla luce di quanto illustrato spero emerga con chiarezza l’impegno profuso per dotarci di una bussola, di un timone, di una prospettiva, in grado di canalizzerà sforzi e risorse per creare nuove opportunità di sviluppo, nuova occupazione, per fermare il declino e dare gambe alla speranza.
Vito Bardi
Presidente della Regione Basilicata”