Dal Cdm ok a decreto unico su Covid e rave. Meloni: “Sul Covid no ad un approccio ideologico”
C'è anche il rinvio al 30 dicembre dell'attuazione della riforma Cartabia
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto unico sulle misure per il Covid, i rave party e il carcere ostativo.
Tra le misure decise nel decreto c’è anche il rinvio al 30 dicembre dell’attuazione della riforma Cartabia.
E’ stata inoltre approvata la nomina dei 31 sottosegretari e degli 8 viceministri. Stop all’obbligo vaccinale anti-Covid per medici e professioni sanitarie. Resta, invece, l’obbligo di mascherina negli ospedali e nelle Rsa.
“Abbiamo proceduto ad approvare un primo decreto che secondo me è molto importante. Per me è a tratti simbolico”, ha detto Meloni.
“Avevamo promesso che saremmo stati veloci e veloci siamo stati”. “Sono molto contenta delle misure approvate sulla giustizia”, ha aggiunto Meloni. La premier si lascia andare anche ad una battuta: come avete visto “ho anche tolto il bavaglio al ministro Nordio”, ha detto alludendo ad alcune ricostruzioni giornalistiche.
“Se ricordate, nella relazione che ho fatto in Parlamento avevo detto che la lotta alla criminalità organizzata era uno degli obiettivi del governo, e sono contenta che il decreto contenga una norma che va in questo senso, quella sull’ergastolo ostativo, una materia che ci sta a cuore”, ha detto la presidente del Consiglio.
“C’è una corsa contro il tempo per la manovra, nel prossimo cdm del 4 novembre si aggiornerà la Nadef e si potrebbe aprire il dossier energia”, ha detto Meloni.
Nel Consiglio dei ministri di venerdì “spero ci saranno alcuni primi provvedimenti sull’energia, al netto di quello che deve essere previsto con la Legge di bilancio”. Così in conferenza stampa il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Da venerdì, ha aggiunto, “passiamo a parlare di economia, spero anche di energia con alcuni primi provvedimenti. E poi ci saranno le deleghe ai ministeri”. Al termine della conferenza stampa Meloni è tornata a Palazzo Chigi “per una riunione” proprio sui temi economici, come ha annunciato lei stessa lasciando la sala Polifunzionale.
“Abbiamo aperto il consiglio dei ministri tributando il nostro pensiero all’anniversario di una delle stragi che ci hanno colpito di più: la vicenda dei 27 bimbi e della maestra che a San Giuliano di Puglia sono morti per una scuola fatiscente. Lo abbiamo fatto per” ricordare “l’impegno che abbiamo in tema di messa in sicurezza degli edifici scolastici”, ha detto la premier.
LE MISURE SUL COVID
“E’ anticipata al 1 novembre la scadenza dell’obbligo di vaccinazione Covid. Questo perché il quadro epidemiologico è mutato, in particolare dai dati si vede che impatto su ospedali è limitato e c’è diminuzione contagi e stabilizzazione occupazione ospedali.
A cio’ si aggiunge la carenza del personale medico: quindi aver rimesso a lavorare questi medici non vaccinati serve a contrastare la carenza e garantire il diritto alla salute”, ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri.
“Ho voluto un ministro della Sanità cosi perché il tema della scienza non si affronta con un approccio ideologico, ma con evidenze scientifiche a supporto dei provvedimenti. In passato sono stati presi una infinità di provvedimenti che non avevano alla base evidenze scientifiche. Quindi non si replica”, ha detto Meloni.
“Se ci saranno nuove varianti siamo pronti a intervenire. Quanto al bollettino dei dati sul Covid, i dati sono raccolti tutti i giorni ma avere una stima settimanale dà un quadro diverso. I dati non sono secretati e sono a disposizione delle autorità competenti”, ha detto Schillaci.
ERGASTOLO OSTATIVO
Sull’ergastolo ostativo “abbiamo accolto l’indicazione della Consulta”, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, spiegando che “la norma non compromette la sicurezza e la certezza della pena. “Si tratta di adeguarci alle indicazioni della Corte, e anche di recepire l’indicazione data dal precedente Parlamento che aveva proposto questa modifica”. Abbiamo “accolto il grido di dolore di Procure, gip, Corti di Appello e Procure generale nel chiedere il rinvio dell’applicazione della riforma Cartabia che comunque va nella giusta direzione”, ha detto il ministro.
LA STRETTA SUI RAVE
Ad una stretta sui rave party “ci stavano già lavorando. I requisiti di necessità e urgenza nascono dal fatto che l’assenza di una normativa efficace nel nostro Paese ci rendeva particolarmente vulnerabili, come testimonia la cronaca degli ultimi anni”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
Con la norma sui rave party ” interveniamo sulla materia con una norma che prevede un reato nuovo, quello di Invasione per raduni pericolosi”, ha annunciato la presidente del Consiglio. “Inizialmente si era ragionato di intervenire su un’aggravante per il reato che già esiste, e cioè Invasione di terreni ed edifici, ma abbiamo scelto di introdurre un reato nuovo e diverso per evitare che si inserisse tra i reati contro il patrimonio e non per l’incolumità pubblica” ha spiegato Meloni.
“Confidiamo, come avviene in altri paesi e in altri settori, che la norma, una volta introdotta, possa essere un elemento di deterrenza per questi eventi”, ha detto Piantedosi sottolineando che la pena per chi “organizza” un rave varia da 3 a 6 anni. Inoltre, ha aggiunto il titolare del Viminale, “confidiamo molto nella sanzione accessoria della confisca dei mezzi che vengono utilizzati” nei party.
ANSA