Rapporto Migrantes: Italia +87% dei giovani che “emigrano” in Basilicata 7.580 in meno
In Basilicata sono 698 le persone trasferitesi all’estero. 301 donne e 397 uomini
L’onda lunga della pandemia ha frenato la mobilità italiana, ma non ha impedito ai giovani italiani di partire e segnare una percentuale alta nella cosiddetta “fuga dei cervelli” con un + 87%. Italiani partiti soprattutto dal Nord Italia alla volta prevalentemente dell’Europa, mentre è noto che gli italiani del Sud affollano poi gli spazi lasciati vuoti al Nord.
A sottolineare la tendenza è il “Rapporto Italiani nel Mondo” della Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, giunta alla sua XVII edizione.
La Basilicata ha perso in un anno un pezzo di popolazione pari a 7.580 lucani. È come se in dodici mesi avessimo cancellato cittadine come Scanzano Jonico o come Tito.
Tra coloro che lasciano il territorio nazionale, i giovani rappresentano la fetta più importante. «È da tempo che i giovani italiani non si sentono ben voluti dal proprio Paese e dai propri territori di origine, sempre più spinti a cercar fortuna altrove.
La via per l’estero si presenta loro quale unica scelta da adottare per la risoluzione di tutti i problemi esistenziali (autonomia, serenità, lavoro, genitorialità, ecc.).
E così ci si trova di fronte a una Italia demograficamente in caduta libera», riporta l’indagine.
Per quanto riguarda i numeri, invece, «dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell’87% in generale, del 94,8% quella femminile, del 75,4% quella dei minori e del 44,6% quella per la sola motivazione espatrio».
L’Europa è al primo posto tra le destinazioni scelte dalle persone che hanno deciso di lasciare l’Italia.
«Il 78,6% di chi ha lasciato l’Italia per espatrio nel corso del 2021 è andato in Europa, il 14,7% in America, più dettagliatamente latina (61,4%), e il restante 6,7% si è diviso tra continente asiatico, Africa e Oceania».
Mentre le regioni dove si verifica il maggior numero di partenze sono la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna. «Il 53,7% (poco più di 45 mila) di chi ha lasciato l’Italia alla volta dell’estero per espatrio nell’ultimo anno lo ha fatto partendo dal Settentrione d’Italia, il 46,4% (38.757), invece, dal Centro-Sud.
La Lombardia (incidenza del 19,0% sul totale) e il Veneto (11,7%) continuano ad essere, come da ormai diversi anni, le regioni da cui si parte di più.
Seguono: la Sicilia (9,3%), l’Emilia-Romagna (8,3%) e la Campania (7,1%). Tuttavia, dei quasi 16 mila lombardi, dei circa 10 mila veneti o dei 7 mila emiliano-romagnoli molti sono, in realtà, i protagonisti di un secondo percorso migratorio che li ha portati dapprima dal Sud al Nord del Paese e poi dal Settentrione all’oltreconfine».
Mattarella: «Serve una riflessione sui giovani che lasciano l’Italia»
Sul rapporto di Migrantes della Conferenza episcopale italiana che «restituisce una fotografia di grande interesse dei flussi migratori» anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto inviare un messaggio al presidente della Fondazione.
Secondo il capo dello Stato «il nostro Paese deve aprire una adeguata riflessione sulle cause di questo fenomeno e sulle possibili opportunità che la Repubblica ha il compito di offrire ai cittadini che intendono rimanere a vivere o desiderano tornare in Italia».
E ancora: «A partire sono principalmente i giovani e tra essi giovani con alto livello di formazione, per motivi di studio e di lavoro. Spesso non fanno ritorno, con conseguenze rilevanti sulla composizione sociale e culturale della nostra popolazione».
ANSA