Codacons, gasolio in autostrada anche oltre 2,5 euro
Presentato l'esposto all'Antitrust. Blangiardo: 'Effetto benzina su inflazione, peso su fasce deboli'
I listini dei carburanti continuano a mantenersi su livelli elevatissimi, al punto che in autostrada il prezzo del gasolio in modalità servito supera in molti distributori i 2,4 euro al litro, sfondando sulla A14 il tetto dei 2,5 euro. Lo denuncia il Codacons, che sta monitorando l’andamento dei listini al dettaglio.
In base agli ultimi prezzi comunicati tra ieri e oggi dai gestori al Ministero delle imprese, sulla A1 la verde arriva a costare 2,369 euro al litro col servito, il gasolio 2,449 euro.
Situazione analoga sulla A4 dove un litro di benzina arriva a 2,384 euro, il diesel 2,459 euro. Presentato l’esposto all’Antitrust.
I carburanti hanno sull’inflazione un effetto “diretto” e uno “indiretto”, dovuto ai trasporti e all’intermediazione. “Questo può rappresentare un grosso problema in prospettiva se le cose dovessero andare nella direzione di una continua crescita”: così il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, parlando a Sky Tg24.
Blangiardo ha ricordato la stima dell’Istituto sull’inflazione acquisita per il 2023, pari al 5,1%, un dato che però ora potrebbe apparire “ottimistico”: “se le cose dovessero ulteriormente peggiorare, il valore potrebbe essere superato al rialzo con effetti soprattutto sulle famiglie meno abbienti”.
Tornano a scendere le quotazioni dei prodotti raffinati, grazie soprattutto al deciso recupero dell’euro sul dollaro. In lieve calo le medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa, dopo il movimento al ribasso sui listini dei prezzi consigliati di ieri. Ribassi che si ripetono anche oggi. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, Eni ha ridotto di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina, gasolio e Gpl.
Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 15mila impianti: benzina self service a 1,819 euro/litro (-1 millesimo, compagnie 1,821, pompe bianche 1,815), gasolio a 1,876 euro/litro (-2, compagnie 1,878, pompe bianche 1,873). Benzina servito a 1,960 euro/litro (invariato, compagnie 2,003, pompe bianche 1,875), diesel a 2,017 euro/litro (-1, compagnie 2,061, pompe bianche 1,932). Gpl servito a 0,790 euro/litro (-1, compagnie 0,801, pompe bianche 0,777), metano servito a 2,324 euro/kg (-7, compagnie 2,359, pompe bianche 2,297), Gnl 2,553 euro/kg (+5, compagnie 2,584 euro/kg, pompe bianche 2,532 euro/kg). Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,911 euro/litro (servito 2,169), gasolio self service 1,962 euro/litro (servito 2,221), Gpl 0,898 euro/litro, metano 2,531 euro/kg, Gnl 2,547 euro/kg. Queste le quotazioni dei prodotti raffinati in Mediterraneo alla chiusura di ieri: benzina a 548 euro per mille litri (-6 valori arrotondati), diesel a 686 euro per mille litri (-15 valori arrotondati). Questi i valori comprensivi di accisa: benzina a 1276,51 euro per mille litri, diesel a 1316,76 euro per mille litri.
IL PUNTO
Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ieri ha promesso controlli a tappeto incrociati di Guardia di Finanza e di “Mister Prezzi”, il Garante per la sorveglianza dei prezzi.
E il vicepremier Salvini ha annunciato che nelle prossime ore il Consiglio dei ministri valuterà un possibile intervento, con i vertici della Guardia di Finanza – informa Palazzo Chigi – che incontreranno la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, per fare il punto e valutare ogni possibile ulteriore azione di contrasto alle speculazioni.
Il Codacons ha fatto qualche conto: “Il pieno di benzina costa 8,9 euro in più rispetto a quanto costava a fine dicembre”, ovvero “214 euro ad automobilista” all’anno. L’Unione nazionale consumatori parla di un aumento di “9 euro e 15 centesimi per un pieno da 50 litri”.
A incidere sugli c’è anche la decisione del governo di eliminare lo sconto di 18,3 centesimi al litro sulle accise (le tasse sui carburanti), messo dall’esecutivo Draghi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Un sconto che da marzo è costato 1 miliardo di euro al mese.
Secondo alcuni esperti, le quotazioni sono salite anche in previsione del blocco delle importazioni di prodotti raffinati dalla Russia a partire dal 5 febbraio prossimo. All’Europa mancherà il 30% del suo gasolio. Le associazioni dei consumatori però accusano le società energetiche e i distributori di approfittare degli aumenti dovuti alla fine del calmiere, per aggiungere altri aumenti mascherati. Un sospetto condiviso dal governo Meloni, che ha deciso di aumentare i controlli.
La Guardia di Finanza ha reso noto che l’anno scorso da marzo ha accertato nei distributori di carburante 2.809 violazioni alla disciplina dei prezzi, su 5.187 verifiche fatte. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso, in una intervista al Corriere della Sera, ha parlato di “casi eclatanti e non giustificabili”.
Urso ha spiegato che sul caro carburante “abbiamo coordinato una duplice azione per stroncare la speculazione”. Da un lato, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, “con la Guardia di Finanza”. Dall’altro lato, il suo ministero, col monitoraggio di Mr Prezzi, per “evidenziare subito ogni anomalia e ogni tentativo di speculazione”.
“La prossima settimana – ha concluso Urso – riunirò le associazioni dei consumatori per confrontarci sugli strumenti più idonei”. Codacons e Unc plaudono alla convocazione, ma accusano il governo di non aver fatto abbastanza controlli.
Il vicepremier Matteo Salvini intanto da Brescia ha annunciato che in consiglio dei ministri “ragioneremo se, fra guerra, caro materiali e caro materie prime, sia il caso di intervenire e ci siano denari per farlo”. Poi ha aggiunto: “Sono contento che ci siano dei controlli a tappeto, perché anche in questo caso, come nel caso del gas e della luce, qualcuno ne sta approfittando”.
ANSA