Ferrone: l’accoglienza di profughi ed immigrati ci riguarda tutti
Carmine Ferrone, consigliere Provincia Potenza
Le tragedie che si ripetono nel Mediterraneo continuano a provocare rabbia, commozione e proteste in tutta la società civile. Per il Governo Meloni salvare vite umane non è certo una priorità mentre per gestire il fenomeno e fermare i trafficanti di esseri umani la strada è una sola: canali di ingresso regolari.
Tutto questo coinvolge direttamente la nostra regione su due fronti dell’accoglienza, quella dei profughi che continuano ad arrivare attraverso i barconi (e che continueranno ad arrivare) e degli immigrati con permesso di soggiorno impegnati nei lavori agricoli nel Metapontino e nel Vulture-Alto Bradano.
La risposta unica del Governo è di adeguare i CPR (Centri per i Rimpatri) come quello di Palazzo San Gervasio dove si trovano 128 immigrati e per il quale il Consiglio dei Ministri “straordinario” a Cutro ha stanziato fondi, insieme agli altri 9 CPR, per finanziare lavori straordinari anche nell’ottica di ampliare la disponibilità di posti e costruire nuovi Centri.
Il comportamento del Governo, come in più occasioni ha sostenuto la Cgil di Potenza, ha bisogno di spiegazioni sulle reali condizioni dei profughi a Palazzo.
I rimpatri forzati dei cittadini extra-comunitari presenti senza permesso di soggiorno in Italia consistono nel loro accompagnamento coatto fino al paese di origine o di provenienza.
Ma non si devono detenere per così lungo tempo nei CPR. Sul fronte dell’accoglienza dei lavoratori extracomunitari preziosi per la nostra agricoltura, le cronache e le informazioni che provengono dal Metapontino e dal Vulture-Alto Bradano descrivono condizioni di vita di questi lavoratori indegne.
La Regione non può continuare a lavarsene le mani anche perchè ha risorse finanziarie per intervenire.