UNITÀ DI CRISI SANITARIA, CATALDI: PRESIDENTE BARDI DOVE SONO I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA?
Durante una conferenza stampa esposto il piano d'azione da intraprendere per salvare la sanità lucana e le iniziative promosse dell'Unità di Crisi
Conferenza stampa dell’Unità di Crisi Sanitaria Basilicata oggi a Potenza, nel palazzo del Consiglio Regionale lucano. Tema dell’incontro inevitabilmente, la crisi della sanità della nostra regione, crisi che non interessa solo il comparto del privato accreditato ma tutti gli operatori del settore, pubblici e privati, e ovviamente la salute dei cittadini lucani.
Michele Cataldi, portavoce dell’Unità di crisi, ha innanzitutto voluto rimarcare il dramma che vivono ogni giorno migliaia di lucani alle prese con una sanità totalmente allo sbando. “Secondo dati Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) circa il 40% dei cittadini lucani sta rinunciando a curarsi” ha affermato Cataldi, “si tratta di pazienti rassegnati che hanno deciso di non curarsi a causa delle lunghissime liste d’attesa, che a loro volta si traducono in ritardi nelle diagnosi e nelle cure”. “Dove sono i livelli essenziali di assistenza?” chiede Cataldi rivolgendosi al Presidente della Regione Bardi.
La ragione di tutto ciò, secondo Cataldi, risiede in 3 motivi chiave: 1. Disorganizzazione diffusa, 2. Mancato rispetto delle leggi e diritti negati, 3. Regno della mala gestione. A fronte di ciò la richiesta dell’unità di crisi è chiara e netta: se non saranno immediatamente definiti i fabbisogni, dal 1° maggio le strutture comunicheranno ai sensi della legge 28/2000 la sospensione consegnando al Presidente Bardi le chiavi delle proprie attività.
Altro punto fondamentale del piano d’azione riguarda il tema dell’assistenza indiretta. Cataldi ha ricordato come “qualora ad un cittadino non sia garantita la possibilità di curarsi con il Servizio Sanitario Nazionale entro un limite massimo di tempo definito, il cittadino ha la possibilità e il diritto di rivolgersi a qualsiasi altra struttura sanitaria (non per forza accreditata) per beneficiare della prestazione richiesta e, contestualmente, richiedere il rimborso della spesa al SSN”. È a tal proposito che il portavoce del comitato di emergenza ha presentato una nuova iniziativa dell’Unità di Crisi, con l’apertura, in diverse aree del territorio lucano, di quelli che saranno definiti “Punti salute”. Si tratta di nuclei operativi di sostegno tramite i quali i pazienti potranno essere supportati nella gestione di tutto ciò che riguarda l’inefficienza della sanità lucana. Luoghi dove potranno essere smistate e indirizzate le richieste di assistenza sanitaria di quei pazienti che non riescono a trovare accesso alle cure tramite il servizio sanitario pubblico.
Michele Cataldi ha poi fatto riferimento ad altre due iniziative che l’Unità di crisi svilupperà nelle prossime settimane. La prima è quella di una serie di reportage territoriali che andranno a documentare le testimonianze e le storie di tanti cittadini e pazienti lucani. Un reportage della crisi sanitaria in Basilicata che metterà in evidenza le drammatiche situazioni che affliggono la vita di troppi lucani.
L’altra iniziativa, probabilmente la più importante e complessa da realizzare, riguarda il coinvolgimento vero e profondo di tutta la società civile. Una adunanza di salvataggio che chiamerà a raccolta il mondo dell’associazionismo e i cittadini lucani per conquistare un futuro degno a questa regione. L’invito quindi va a tutte le associazioni e alle rappresentanze professionali e sindacali, a tutti coloro che si vogliono impegnare ed agire per salvare il SSR e la Basilicata, affinché si crei un fronte comune di liberi cittadini.
La sanità è letteralmente fondamentale per la sopravvivenza delle singole persone e per l’intero tessuto sociale. Se crolla il resto passa in secondo piano, una sanità che funziona bene è un potente motore di sviluppo economico sostenibile. “La salute non è tutto, ma senza salute il tutto è niente” scriveva Arthur Schopenhauer e Michele Cataldi aggiunge “Non c’è vita senza salute”