Berlusconi, Renzi: ‘Polemiche sul lutto nazionale sono meschine’
“Lo squallore non si ferma davanti alla morte.
Quando muore una personalità del genere la trovo una cosa meschina.
Oggi qualcuno di quelli che fa polemica per il lutto nazionale non avrebbe avuto visibilità senza Berlusconi”, afferma il leader di Iv Matteo Renzi a Mattino Cinque.
“I funerali di Stato siano dovuti, ma il lutto nazionale è decisione del governo – dice Rosi Bindi ad Agorà tornando sulle polemiche per la decisione del governo di proclamare il lutto nazionale per la morte di Berlusconi -, io non penso che Berlusconi lo abbia deciso, lo ha deciso il governo che lui ha contribuito a creare ma è il governo che ha rischiato di esporre alla divisione il Paese.
Il lutto nazionale non è mai stato proclamato per un premier ed è sempre stata una cosa fatta per unire il Paese e non dividerlo. Si fa per le vittime di stragi, di terrorismo, di catastrofi naturali.
Chi deve essere invitato alla discrezione di fronte alla morte è la sua parte politica perchè la pietà e la condivisione del dolore non giustifica la santificazione di una persona la cui storia ha avuto meriti, ma anche grandi limiti che continuano ad incidere nella via del Paese”.
“La forzatura – prosegue – che fa fatto il governo prevale sul sentimento di pietà. Io non ho mai provato odio, Berlusconi ha diviso il Paese non solo su questioni programmatiche, ma soprattutto su questioni fondamentali come la Costituzione, il rispetto delle Istituzioni, il valore e rispetto della donna, sul conflitto d’interessi”.
“Io ritengo che chi ha un ruolo politico e parlamentare – aggiunge Rosy Bindi commentando l’assenza di Conte ai funerali – dovrebbe partecipare ai funerali perché il saluto, la preghiera, non si deve negare a nessuno.
Approfitto per dire una cosa che forse non è stata compresa: di fronte alla morte, ma anche alle tante malattie di questi anni e alla debolezza, io ho provato una sincera pietà nei suoi confronti. Il dolore e la morte ci rendono tutti uguali”.
“Finisce indubitabilmente la Seconda Repubblica, che comincia con la discesa in campo di Silvio Berlusconi dopo Tangentopoli.
Oggi con i funerali di Stato, assolutamente dovuti per chiunque voglia bene alla Repubblica, perché Berlusconi ne è stato un pezzo importante, si chiude un’epoca che ha cambiato la storia d’Italia”. È l’analisi del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a ‘Mattino cinque’.
Secondo Toti la morte del presidente di Forza Italia segna “un gigantesco vuoto, il vuoto di una fine di un’epoca: la Seconda Repubblica, di cui Berlusconi è stato un po’ la stella polare, quello che ha orientato sia chi lo amava, quando faceva bene e quando poteva sbagliare, sia coloro che lo hanno osteggiato o addirittura odiato.
Non se ne va un politico, se ne va l’unità di misura della Seconda Repubblica, intorno a cui si sono costruite alleanze”.
ANSA