Zes unica al Sud: Tortorelli (Uil), Il miracolo della “moltiplicazione dei pani e dei pesci” non appartiene all’uomo
“Non sarà certo la Zes unica per tutto il Sud a risolvere i problemi sempre più incancreniti dello sviluppo industriale e del lavoro in Basilicata e nel Mezzogiorno. Il miracolo della “moltiplicazione dei pani e dei pesci” non appartiene all’uomo”. Così Vincenzo Tortorelli, segretario generale regionale Uil Basilicata. “Le soluzioni che noi indichiamo – aggiunge – sono molto più complesse come abbiamo fatto proprio di recente nella prima festa nazionale della Uil tenuta al Sud, a Bari, con lo slogan “Persone per fare. Persone per cambiare”. E’ stata l’occasione per mettere al centro dell’agenda politico-istituzionale gli interventi urgenti di cui il Mezzogiorno ha assoluto bisogno e il tema delle diseguaglianze che riguarda soprattutto il Sud. Dunque anche la misura della decontribuzione per i lavoratori del Sud invocata a gran voce da Confindustria – continua – non può bastare. Servono investimenti, infrastrutture, risposte di come diamo, a chi vive nelle regioni meridionali una possibilità in più. I dati Istat sulla demografia in Basilicata e nel resto del Sud hanno fortemente attualizzato le proposte della Uil per contrastare lo spopolamento dei centri minori innanzitutto con il lavoro che è l’unico strumento per tenere i giovani in Basilicata. E nella nostra regione ci sono da rilanciare il Piano per il lavoro e i programmi di ricerca dell’Unibas e di nuovi corsi di laurea per accrescere l’attrazione della nostra università e consentire ai laureati di non dover emigrare. C’è bisogno di dare delle risposte subito, intervenire subito per cambiare una situazione di grande disagio che vivono i giovani e le donne della nostra regione. Continuiamo a sostenere la proposta di Stati Generali delle Regioni del Sud – continua – per definire una strategia istituzionale e sociale comune. Per la sanità, altro grave gap Nord-Sud, bbiamo chiesto di aumentare gli investimenti. Pensiamo che le condizioni della sanità riguardino tutti i territori, in qualsiasi parte d’Italia, in modo particolare nel Mezzogiorno. Servono più investimenti, serve fare le assunzioni. Non possiamo più perdere infermieri, medici, dottori che formiamo, investendo delle nostre risorse che poi vanno all’estero».