Del Puente: “La modernità del dialetto senisese nelle canzoni di Mimmo Tuzio”
“A seguito di un corso di alfabetizzazione sul dialetto di Senise, ho incontrato Mimmo Tuzio autore delle presenti canzoni. Mimmo mi ha parlato di un cd e di testi di canzoni, mi ha detto che era intenzionato a farle conoscere al suo pubblico e che, ovviamente, erano in dialetto!
Voleva che riguardassimo la trascrizione perché fosse corretta e leggibile per chiunque, non solo per i senisesi. Quindi, insieme ad una delle ricercatrici del Centro Internazionale di Dialettologia (CID), la dott.ssa Teresa Graziano, ci siamo messe all’opera e abbiamo steso i testi utilizzando l’Alfabeto dei Dialetti Lucani (ADL)
L’ADL è stato codificato dal CID ormai quattro anni fa ed è uno degli strumenti più importanti nel lavoro di salvaguardia e valorizzazione dei dialetti lucani. Una lingua trasmessa solo oralmente è molto più debole di una che si tramanda anche attraverso testi scritti.
Per consentire a tutti coloro che leggeranno i testi delle canzoni di Mimmo di farlo correttamente, sarà utile fornire qualche informazione sui grafemi dell’ADL usati.
Come base, esso si fonda sul sistema grafico dell’italiano, ma, come è noto, non tutti i fonemi del senisese sono presenti anche nella lingua standard. Per questi, chiaramente, sono stati utilizzati grafemi nuovi, vediamo quali sono.
– ë questo grafema indica la vocale indebolita. Essa è l’evoluzione, in questo dialetto, di vocali atone che si trovano prima o dopo la sillaba tonica, quasi sempre anche la vocale finale atona indebolisce.
Vediamo qualche esempio.
– ã anche se non sempre e non in maniera categorica, le A latine toniche e atone subiscono in senisese un processo di palatalizzazione, ossia, assumono una pronuncia che vira verso la /e/. Per questo si è scelto il grafema in questione, per evidenziare questa particolare pronuncia. C’è da dire che l’Autore presenta raramente nel suo dialetto questo fenomeno che, nella maggior parte dei parlanti è molto più generalizzata.
– (g) questo grafema indica la fricativa velare sorda e, dal punto di vista evolutivo, rappresenta l’esito della occlusiva velare sonora latina G.
– š questo grafema, infine, indica la sibilante palatale sorda che, nell’italiano standard, viene espresso dal trigramma (-)sci-. Nonostante questo fonema sia presente anche nell’italiano standard, non ne presenta la stessa distribuzione che riscontriamo nel senisese dove, per esempio, può trovarsi anche prima di consonante. Per questo esso doveva essere rappresentato da un monogramma.
Le canzoni qui raccolte narrano di memorie antiche e di fatti inerenti alla vita moderna. La canzone sui giochi di una volta, per esempio, ci porta a tempi che, come dice l’Autore, non esistono più.
I nomi dei giochi sono tutto un programma: a ra stãccë, a ccavaliérë, a ra bbandiérinë, a ru murë…tutti erano creati con cose semplici che si trovavano per strada. Eppure ci si divertiva e si giocava per ore senza annoiarsi.
E poi, nelle canzoni si incontrano personaggi al limite tra la realtà e la fantasia come Ronnalëmmèrsë o lo Scorciauagnunë e i Momò.
Alcuni di questi erano mostri creati dai genitori nel tempo per tenere buoni i figli, oggi la pedagogia sarebbe contraria a tali metodi educativi, ma è anche vero che un tempo la vita non consentiva di andare troppo per il sottile e ciò che prevaleva era la necessità di tirare avanti.
In diverse canzoni trapela in modo chiaro l’amore che l’Autore ha verso la sua Senise, anche quando si inoltra ndi: strittulë dove non si ha più paura….
Alcune canzoni poi parlano dell’Italia, della Sanità che, certo, in molte delle nostre città non è proprio eccellente e di altri problemi e situazioni attuali.
E sono proprio queste canzoni a ricordarci e a dimostrare che il dialetto non è assolutamente una lingua del passato o, meglio, è una lingua che si creata nei secoli, ma che può parlare di tutto perché è anche una lingua moderna.
Certo, non si troverà in questi testi il dialetto puro senisese, ma essi restano comunque una provocazione per parlare del dialetto e della sua importanza.
L’auspicio, quindi, è che si sviluppi sempre più un’attenzione verso il dialetto attraverso l’arte, come ha fatto con queste canzoni Mimmo, ma anche in tanti altri modi. Il dialetto è un patrimonio inestimabile è il nostro documento storico più importante.
Attraverso il dialetto possiamo riappropriarci della storia completa della nostra comunità e non tagliare le radici con la nostra terra ovunque saremo.
C’è da augurarsi, quindi, che Mimmo Tuzio continui a scrivere altri testi in dialetto e che questi entrino nelle case dei senisesi e non solo nella veste di ambasciatori del valore del dialetto”.
Patrizia Del Puente
Direttrice Centro Internazionale di Dialettologia