Ministero della Salute: rischio microbiologico per una nota acqua lucana
Il Ministero della salute in data 19 settembre 2017 ha pubblicato il richiamo di otto lotti di acqua minerale prodotta da Fonte Cutolo Rionero in Vulture (Potenza) per la possibile presenza di Pseudomonas aeruginosa. Le bottiglie richiamate sono commercializzate con i marchi Cutolo Rionero effervescente naturale e Eurospin Blues effervescente naturale. Il marchio Cutolo Rionero appartiene al gruppo San Benedetto.
Ad essere interessati dal richiamo sono esclusivamente i lotti numero LR7248C con scadenza 05-09-2018; LR7249C con scadenza 06-09-2018; LR7250C con scadenza 07-09-2018; LR7251C con scadenza 08-09-2018; LR7252C con scadenza 09-09-2018; LR7253C con scadenza 10-09-2018; LR7254C con scadenza 11-09-2018; LR7255C con scadenza 12-09-2018.
I lotti interessati dal richiamo sono stati distribuiti solo nel sud Italia, nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata e Calabria.
“La decisione è stata presa a seguito dei campionamenti svolti dall’ASP Basilicata e dall’ARPAB, presso un serbatoio dello stabilimento di Atella (Potenza) – dichiara l’azienda a Il Fatto Alimentare– Come misura precauzionale a tutela della sicurezza dei propri consumatori la Società ha deciso di ritirare il prodotto finito confezionato dalla data di campionamento che ha evidenziato l’anomalia, fino alla data di comunicazione della non conformità”.
I consumatori sono invitati a non consumare i prodotti interessati dal richiamo e a riconsegnarli al punto vendita d’acquisto. La possibile presenza nell’acqua di Pseudomonas aeruginosa, che si comporta come un patogeno opportunista, può determinare un rischio per la salute, in particolare per persone immunocompromesse.
L’azienda precisa che i lotti oggetto di ritiro sono stati distribuiti solo in Italia ed è “assolutamente estranea al richiamo di bottiglie di acqua minerale naturale proveniente dal territorio nazionale e distribuita presso altri Stati europei (Belgio)” diffuso dal sistema di allerta alimentare europeo Rasff.
Il richiamo, datato 13 settembre, è stato pubblicato solo il 19, quasi una settimana dopo, dal portale del Ministero della salute.