PROSPETTIVE E SCENARI DEGLI APPALTI PUBBLICI PER L’INNOVAZIONE
Il tema è stato al centro di un incontro a Potenza
Si chiamano appalti innovativi e sono procedure previste già dal 2016 nella legislazione comunitaria e nazionale.
Puntano a rivoluzionare le modalità e l’oggetto degli acquisti della Pubblica Amministrazione. Dare loro supporto significa fornire una spinta per l’innovazione, dando la possibilità al Paese di esprimere appieno il proprio potenziale.
Di questo si è parlato a Potenza nel corso di un evento organizzato nel salone della Camera di Commercio della Basilicata, dalla società lucana Exeo Lab in collaborazione con l’Università LUM, la Libera Università Mediterranea “Giuseppe De Gennaro”.
Per l’occasione è stato presentato un progetto che punta a formare una figura, quella del public procurement of innovation manager, in grado di intercettare quelli che sono i bisogni della Pubblica Amministrazione e delle piccole e medie imprese tramite la partecipazione attiva agli appalti pubblici innovativi.
All’iniziativa, coordinata da Nicola Vita, cofondatore di Exeo Lab, hanno preso parte esperti del settore.
“Si tratta di un progetto, ‘Ppi go’, perfettamente in linea con le attività della Camera di commercio: innovazione, crescita economica e supporto alle imprese – ha spiegato Margherita Perretti, componente del Consiglio della Camera di Commercio di Basilicata – l’appalto pubblico si pensa sia un processo lento e farraginoso, ma in realtà l’innovazione tramite un professionista, il public procurement of innovation manager, può davvero essere la svolta in questo settore”.
Dell’importanza di questa nuova figura ha parlato Carmen Salvia, presidente dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili della provincia di Potenza.
” Si tratta di una innovazione già stata posta al centro degli appalti pubblici nel 2014, ma da noi in Italia fa fatica a trovare spazi in contesti come il nostro perché è correlata all’idea che un’economia povera.
L’innovazione ha bisogno quindi di un ambiente sia economico che politico e in questo processo la Pubblica Amministrazione con la sua domanda di innovazione ne è la leva.
I commercialisti – ha aggiunto – possono e debbono da assistenza ai clienti; accesso a finanziamenti pubblici; supporto legale e normativo”.
Tra gli interventi più attesi quello di Giovanni Schiuma, docente della Libera università Mediterranea “Giuseppe Degennaro”, che ha spiegato come “il progetto nasce con l’obiettivo di formare i public procurement of innovation manager partendo prima dalla consapevolezza delle potenzialità degli appalti pubblici innovativi.
La formazione avverrà tramite un percorso formativo. Il target sono sia i professionisti che i giovani laureati”.
A breve verranno aperte le iscrizioni al progetto che prevede massimo 70 partecipanti. Ma che funzione concretamente ha il public procurement of innovation manager?
“Permette alla Pubbliche Amministrazioni di comunicare efficacemente – ha spiegato Guglielmo de Gennaro, innovation procurement manager in AgID – in Italia il suo livello di digitalizzazione è molto basso, anche se negli ultimi 3 anni è migliorato.
Il nostro Paese ha una scarsa capacità di spesa perché non si riesce a creare valore e questo è un problema anche in tema Pnrr. Tuttavia, è possibile raggiungere l’innovazione e creare valore tramite la definizione chiara dei bisogni e delle necessità in tema di innovazione.
Rispetto alla media europea – ha evidenziato – l’Italia è messa bene perché l’adozione di questi strumenti sta crescendo e anche per gli appalti esteri la maggior parte dei beneficiari sono imprese italiane”.
All’evento è intervenuta anche Alessia Paparella, public & innovative procurement specialist presso la direzione generale dell’Anas, che ha spiegato i motivi di difficoltà delle stazioni appaltanti.
“Le Pubbliche Amministrazioni scambiano per innovazione iniziative che in realtà di innovativo hanno poco – ha sottolineato – ma in realtà sono appalti innovativi solo quelli che sviluppano soluzioni completamente nuove o soluzioni che esistono nel mercato ma in scala ridotta”.
Per Antonio Lerro, docente dell’Unibas, ” l’innovation procurement è una chance per far capire alle imprese il percorso di superamento di paradigmi datati di una vecchia innovazione che al giorno d’oggi è stata superata”.
A parere di Donato Del Corso, direttore generale della Stazione Unica Appaltante della Regione Basilicata, “nella nostra regione la strada è lunga. La necessità – ha concluso – è quella di insistere su questo tema e sfruttare le reti giuste”.