Sì, l’ennesimo femminicidio, la morte di Giulia, ci mette inevitabilmente di fronte a una consapevolezza che avremmo dovuto già maturare da troppo tempo.
L’omicidio di Giulia Cecchettin, una giovane donna di 22 anni, è l’ennesima tragedia che si consuma nel nostro Paese. Giulia era una studentessa di ingegneria biomedica, piena di vita e di speranze. Il suo fidanzato, Filippo l’ha uccisa .
L’omicidio di Giulia è un atto di violenza inaudito, che ci sconvolge e ci indigna. È un atto che va condannato con fermezza e che deve farci riflettere sulla nostra società.
I femminicidi non sono eventi casuali, ma sono il risultato di una cultura patriarcale che vede le donne come inferiori agli uomini e che giustifica la violenza contro di loro. Questa cultura è radicata nella nostra società, e si manifesta in tanti modi diversi, dalla discriminazione sul lavoro alla violenza domestica.
Per fermare i femminicidi, dobbiamo cambiare questa cultura. Dobbiamo educare le persone al rispetto delle donne e alla parità di genere. Dobbiamo sostenere le donne vittime di violenza e aiutarle a denunciare i loro aggressori.
La morte di Giulia è un monito per tutti noi. È un invito a non abbassare la guardia e a continuare a lottare per un mondo più giusto e più sicuro per le donne.
Dobbiamo continuare a chiedere giustizia per Giulia e per tutte le altre donne vittime di femminicidio. Dobbiamo continuare a combattere per un mondo in cui le donne possano vivere in sicurezza e in libertà.
R.P.