CULTURA E EVENTI

TURISMO DELLE RADICI, A MATERA LA SECONDA EDIZIONE DI ROOT-IN

Prima giornata dell’evento, promosso da Regione e APT in collaborazione con ENIT e con il patrocinio del MAECI, che mette a confronto istituzioni e operatori del settore alla vigilia dell’“Anno delle radici italiane nel mondo”

Il turismo delle radici come strumento di valorizzazione e rigenerazione dei borghi italiani: questo il tema intorno al quale ruota la seconda edizione di Root-in, la borsa internazionale del turismo delle radici, promossa da Regione Basilicata e APT, in collaborazione con ENIT e con il patrocinio del MAECI, che si è aperta oggi a Matera.

Due giorni di incontri, in corso di svolgimento nella sala convegni dell’UnaHotel di Venusio, anticipati da un press tour nei borghi della Basilicata, con la presenza di 94 sellers e di 80 buyers provenienti da tutto il mondo e più di 500 operatori del settore che parteciperanno a 25 laboratori tematici con 50 fra i principali esperti di turismo.

La manifestazione è stata aperta dai saluti istituzionali del sindaco di Matera Domenico Bennardi, del presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, del direttore generale dell’APT Basilicata Antonio Nicoletti, del CEO dell’ENIT Ivana Jelinic e del responsabile del progetto Turismo delle Radici del MAECI Giovanni Maria de Vita.

In un videomessaggio il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha voluto sottolineare che questo evento “rappresenta un importante momento di dialogo e confronto e testimonia il crescente interesse per il turismo delle radici che rappresenta una grande occasione per rafforzare il legame con i nostri connazionali.

Torniamo a Roots-In in vista del 2024, anno delle radici italiane nel mondo, che intendiamo celebrare con numerose iniziative. La collaborazione con Regioni e istituzioni locali è un elemento fondamentale. Il nostro obiettivo è la realizzazione di un’offerta turistica che possa valorizzare le tante eccellenze del nostro Paese e soddisfare le esigenze e di desideri dei viaggiatori delle radici”.

Il sindaco di Matera Bennardi ha parlato di “una bella intuizione dell’Apt, Matera è felice di ospitare questa manifestazione perché la nostra città si presta al turismo delle radici, l’abitudine a ritornare a casa alle proprie radici è nel dna, ed è una potenzialità enorme anche per le aree interne”,

Il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi ha annunciato che “finalmente dopo 13 anni la Basilicata avrà presto un nuovo piano turistico regionale, con il quale la Regione intende guidare l’innovazione dell’offerta e promuovere il confronto produttivo fra pubblico e privato, assicurando che il pubblico sarà presente con competenza e professionalità, nella missione e nel ruolo che gli compete”.

Ha inoltre richiamato gli ingenti investimenti fatti dal governo reginale lucano per il settore turistico: dai 45 milioni stanziati in epoca covid, ai 20 milioni per la promozione della cultura, fino ai 18 milioni per sostenere le aree interne e contrastare lo spopolamento ed ai 16 milioni messi in campo dal 2021 al 2025 per le azioni concrete date in carico all’APT.

“Abbiamo lavorato tanto e i risultati stanno arrivando – ha detto il direttore generale dell’APT Nicoletti –. Nei primi nove mesi dell’anno fra i mercati cresciuti di più ci sono quelli interessati dalla prima edizione di Root-in, anche grazie all’ENIT che ci sta sostenendo cerchiamo di creare nuove opportunità.

Il turismo delle radici è l’incastro perfetto che stavamo cercando per rafforzare l’immagine della Basilicata nel mondo, e con il quale la Basilicata si pone in una dinamica completamente nuova”.

Il responsabile del progetto Turismo delle Radici del MAECI Giovanni Maria de Vita, ha riassunto gli obiettivi principali del progetto promosso dal Ministero nel 2018 e finanziato dal PNRR, alla vigilia del 2024 Anno delle radici italiane nel mondo: “creare una nuova relazione con gli 80 milioni di italiani nel mondo, per creare una collaborazione strategica in diversi settori, contribuire alla creazione di una domanda di turismo che si articola in territori non interessati dai flussi principali, lavorare per creare un’offerta che possa soddisfare le aspettative di questi viaggiatori.

Da questo punto di vista la Basilicata è una storia di successo, l’emigrazione italiana viene soprattutto dalle aree rurali e il turismo delle radici è un’occasione per combattere lo spopolamento e creare nuove opportunità di lavoro”.

“C’è una parte romantica nel turismo delle radici che vede protagoniste le persone”, ha detto il CEO dell’ENIT Ivana Jelinic ricordando che il progetto dell’ENIT e del MAECI sul turismo delle radici “nasce nella nostra sede di Buenos Aires, quando una decina di anni fa le nostre collaboratrici pensarono a quest’idea di promuovere nei confronti degli italiani la possibilità di ritornare.

Da lì questa tematica si è diffusa, fino ad arrivare al 2024 anno italiano delle radici. Ma non c’è solo componente emotiva, il turismo delle radici genera economia, è una grande opportunità per gli operatori e per l’economia diffusa che viene stimolata dal turista, con un focus specifico su quei territori e quei borghi che hanno bisogno di essere valorizzati e ripensati, partendo dalla nostra cultura, dalle nostre radici. Per spostare i flussi, la Basilicata ha fatto passi in avanti straordinari, con passione e competenza si mettono a servizio dei luoghi e si creano cose meravigliose”.

Dopo i saluti istituzionali si è svolto un forum sul tema “I Borghi fra permanenza e trasformazione”, moderato dalla giornalista del TG1 Valentina Bisti ed al quale hanno partecipato il poeta e paesologo Franco Arminio, Carmen Bizzarri dell’Università Europea di Roma, Beppe Convertini conduttore del programma Rai Linea Verde e Davide Rampello, direttore Creativo di Rampello & Partners Creative Studio.

Per Franco Arminio “le aree interne si sono trasformate in una sorta di museo delle porte chiuse, questi paesi stanno diventando un grande cantiere della sfiducia, occorre scatenare un sentimento di fiducia, è questo l’obiettivo che la politica dovrebbe adottare con il turismo delle radici e investendo sui ragazzi. Occorre un intreccio di intimità e distanza, di residenti e visitatori, fare dei nostri paesi un cantiere della fiducia, nel piccolo bisogna fare cose grandi, inventare un nuovo umanesimo, un nuovo modo di abitare il mondo”.

Per Carmen Bizzarri “lo sforzo da fare è quello di unire le risorse naturali con la comunità, far partecipe tutta la comunità in una nuova narrazione con la visione di chi poi fruirà di queste risorse. Serve un turismo rigenerativo, ottimo volano per riprendere le aspettative degli italiani all’estero”.

A parere di Beppe Convertini “i giovani sono andati dai piccoli paesi via perché non c’era futuro, bisogna creare lavoro e puntare sul turismo dei Borghi dove ci sono tesori inestimabili, posti davvero speciali, dare l’opportunità ai giovani di tornare. L’Italia è bellezza in ogni angolo e dobbiamo saper valorizzare e ad apprezzare questo immenso patrimonio”.

“La memoria è sempre una reinterpretazione del passato – ha detto Davide Rampello –, bisogna ridare vita a ciò che si era dimenticato, dare forza alla parola nostalgia. Dobbiamo portare economia in questi territori, stare attenti e non generalizzare, ogni borgo è diverso dagli altri, dare valore alle persone.

I nostri borghi devono avere come valori la memoria, il ripristino dell’agricoltura, il restauro come testimonianza del saper fare. Questo non è turismo, ma un progetto che il Paese deve affrontare, poi creeremo anche il progetto di un turismo diverso: non turisti ma ospiti”.

La giornata si è conclusa con una tavola rotonda su “Le strategie delle regioni italiane a confronto”, moderata dal CEO dell’ENIT Ivana Jelinic, a cui hanno partecipato l’assessore al Turismo della Regione Puglia Gianfranco Lopane, e gli assessori della Regione Basilicata Cosimo Latronico (Ambiente, Territorio ed Energia) e Michele Casino (Sviluppo Economico).

Latronico ha evidenziato tra l’altro che “il turismo delle radici è una buona opportunità per rivitalizzare i nostri territori e le aree interne, in una regione così ricca di emergenze ambientali e culturali”, mentre a parere di Casino “queste iniziative si muovono anche in direzione della destagionalizzazione del turismo, che contribuisce a consolidare questo settore strategico per l’economia lucana”.

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