Caso Ferragni, arriva la stretta dell’Agcom sugli influencer
L'Autorità vara nuove regole su trasparenza e pubblicità
Arriva la stretta dell’Agcom sugli influencer dopo il caso Ferragni, con l’Autorità per le comunicazioni che ha varato nuove regole, in particolare sulla trasparenza e la pubblicità dei messaggi sui social.
Parallelamente va avanti l’inchiesta giudiziaria, con un nuovo incontro, oggi, a Milano tra il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf che conducono le indagini sul pandorogate nel quale sono indagate Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, amministratore delegato e presidente dell’azienda piemontese.
Da parte sua l’Authority per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato all’unanimità le Linee guida sul rispetto da parte degli influencer delle disposizioni del Testo unico sui servizi di media audiovisivi.
Le regole prevedono, tra l’altro, che gli influencer siano tenuti a riportare una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto in modo immediatamente riconoscibile.
Misure anche in materia di comunicazioni commerciali e di tutela dei diritti della persona, con un meccanismo di richiami e ordini per la rimozione o adeguamento dei contenuti.
Un cambio di rotta che si annuncia epocale per il mondo dei social. Sul versante dell’inchiesta, le procure di tutta Italia da giorni stanno trasmettendo a quella milanese i fascicoli a modello 45, ossia a carico di ignoti e senza titolo di reato sia sul pandoro sia sulla vicenda delle uova di Pasqua, mentre inquirenti e investigatori milanesi stanno ragionando su chi, forse già da metà della settimana prossima, convocare come teste.
In queste ore si sta stilando l’elenco dei manager delle società della influencer e dell’imprenditrice cuneese che hanno seguito la nascita del progetto Pink Christmas fino alla firma del contratto nel novembre 2021.
Contratto in cui, per un cachet di un milione a Chiara Ferragni, è stato prodotto un pandoro con la sua griffe e da lei pubblicizzato sui canali social con 29 milioni di follower, associando la vendita a un’iniziativa a sostegno dell’ospedale Regina Margherita di Torino e dei bimbi lì ricoverati.
E proprio per ricostruire la genesi dell’iniziativa e appurare se sia stata commessa la truffa aggravata ipotizzata dal pm, prima di interrogare le due imprenditrici, sarà fondamentale sentire coloro che si sono occupati del progetto.
I loro nomi vengono a galla dalle e-mail scambiate e finite nel procedimento dell’Antitrust, i cui atti sono confluiti nell’inchiesta.
Si tratta di una corrispondenza da cui emerge che l’operazione per la casa dolciaria sarebbe stata di “marketing” e che “la donazione alla struttura sanitaria”, 50 mila euro, ” è avvenuta nel mese di maggio 2022″ e non durante la campagna pubblicitaria ritenuta ingannevole dal Garante: da qui un provvedimento, che verrà impugnato, con cui qualche settimana fa ha inflitto una multa, alle società della influencer, Fenice e Tbs Crew, di oltre un milione, e alla Balocco di 420 mila euro.
A testimoniare la consapevolezza dei termini dell’accordo, per l’Authority, c’è per esempio un messaggio dell’azienda di Fossano al manager di Chiara Ferragni: “Sarà la Balocco a contattare l’associazione (in definizione) e sempre la Balocco risulterà come donatrice.
La donazione sarà da farsi nel 2022, solo dopo che avremo svelato al mercato il nostro comune progetto – quindi indicativamente dopo maggio, mese nel quale inizieranno i primi incontri con il trade”.
Balocco, poi, non avrebbe voluto inserire nel comunicato stampa diffuso il 2 novembre 2022 il riferimento alla donazione come legata alle vendite.
Lo dimostrerebbe una mail interna in cui un dipendente ha scritto: “mi verrebbe da rispondere (al team Ferragni)” che “‘In realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante'”, ora, come promesso, versato al Regina Margherita.
Intanto l’influencer, determinata a dimostrare di aver agito in buona fede, dall’altro ieri, quando è arrivata la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, è in contatto costante con i legali, Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone.
Al suo fianco c’è sempre la madre, donna definita da chi la conosce, “molto solida”, che da quando è scoppiato il caso l’accompagna ovunque.
ANSA