Tortorelli (Uil): “Dobbiamo sconfiggere il silenzio della morte. La sicurezza sul lavoro riguarda tutti”
“In cima alla lista del nostro impegno c’è la sicurezza, la sicurezza che i lavoratori possano tornare a casa, dalle loro famiglie, e non rischiare ogni giorno la vita.
Noi non accetteremo mai che una vita umana possa valere 20 crediti. Lo abbiamo detto solo due settimane fa in occasione del Primo Maggio e lo ribadiamo dopo la nuova tragedia con la morte di un operaio a Pignola”. Così la Uil Basilicata in una nota a firma del segretario regionale Vincenzo Tortorelli che aggiunge:
“dobbiamo sconfiggere il silenzio della morte, quel silenzio e quella solitudine che restano dopo la tragedia nelle famiglie che l’hanno subita”. Tortorelli ricorda che continua il flash mob itinerante della Uil, con le bare esposte nelle piazze delle città del nostro Paese, per sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sul dramma delle morti sul lavoro.
“Come sottolinea il nostro segretario generale PierPaolo Bombardieri vogliamo parlare al cuore e alla mente di quelli che pensano che non si tratti di un loro problema – ha proseguito – vogliamo far capire che è una questione che riguarda tutti e che, se non c’è il rispetto della vita umana, qualsiasi altra discussione non ha senso. Questo tema, e quelli della sicurezza e della dignità del lavoro devono essere problemi che uniscono e non che dividono.
Non vogliamo aspettare i processi sulla sicurezza che non si faranno mai per capire se un’azienda ha violato le norme; diciamo che se un’azienda sacrifica una vita, quello è un omicidio, un omicidio per cui non paga mai nessuno! Un omicidio per il quale va inserito un Istituto specifico per le violazioni delle norme sulla sicurezza.
Eppure, questo Governo non la vede in questo modo: mostra poco interesse per questo tema! Ma a questo governo non bastano le 1042 (MILLEQUARANTADUE) vittime sul lavoro dello scorso anno, le 400 di quest’anno in Italia, le vie spezzate in Basilicata?
Ecco perché ancora una volta, chiediamo al Governo di aprire un confronto, insieme alle parti datoriali e ai ministri interessati, affinché quello della sicurezza sul lavoro diventi la priorità del Paese: nessuna vita può essere sacrificata per il profitto.
Le nostre proposte sono note: più ispettori, più ispezioni, no agli appalti a cascata, uniformità delle norme in materia di appalti tra pubblico e privato, istituzione di una Procura speciale e dell’omicidio per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, perché se sono stati manomessi i dispositivi di sicurezza non si può parlare di incidenti ma, appunto, di omicidi. Continueremo la nostra battaglia fino a quando non arriveremo a Zero morti sul lavoro”.