Premierato, tensione in Aula dopo il primo voto
Tensioni nell’aula del Senato dopo il voto sul primo emendamento al ddl sul premierato, con il presidente Ignazio La Russa che ha ammonito tanto la maggioranza quanto le opposizioni.
I senatori delle minoranze avevano organizzato una protesta consistente nel mostrare la Costituzione.
Evidentemente la maggioranza aveva saputo di questa iniziativa ed anche molti senatori del centrodestra hanno esposto una copia della nostra Carta.
“Qui si sta per discutere e per votare non per fare propaganda” ha detto con tono alterato La Russa, tra le grida delle opposizioni. “Seduti, accomodatevi – ha insistito La Russa – ciascuno rientri ai propri posti.
Avete alzato a mo’ di sfida la Costituzione, questo non si fa. Non confondete la mia disponibilità abituale con il lassismo”, ha aggiunto invitando il capogruppo di Fdi, Lucio Malan, di ricondurre i propri senatori sugli scranni, dato che alcuni di essi si erano precipitati al centro dell’emiciclo.
“Da parte mia sempre stato un comportamento rispettosa dei diritti dell’opposizione ma non vuol dire che possano esserci atteggiamenti di non rispetto dell’Aula. Anche alzando la Costituzione”, ha quindi aggiunto rivolgendosi alla parte sinistra dell’emiciclo. Ritornata la calma è ripreso l’esame del secondo emendamento.
I senatori delle opposizioni, subito dopo il voto del primo emendamento al ddl sul premierato, si sono levati in piedi ed hanno tutti mostrato una copia della Costituzione italiana per protestare contro la stessa riforma.
I senatori del Pd, di Avs e del M5S erano entrati in Aula pronti a sventolare i libretti della Costituzione durante il voto del primo emendamento sul premierato.
Ma mentre si attendeva che finissero gli ultimi interventi prima della votazione, una commessa è salita fino ai banchi di Fratelli d’Italia e ha consegnato al capogruppo Lucio Malan una busta di plastica con il logo del Senato piena di altri libretti della Costituzione identici a quelli dei parlamentari d’opposizione.
Malan ha così cominciato a distribuirli a tutti i suoi senatori. L’intento era quello di ‘annullare’ l’effetto della protesta del centrosinistra davanti a cronisti e fotografi.
E così è stato. Al momento del voto, lo sventolio delle Costituzioni è stato bipartisan e il presidente del Senato Ignazio La Russa ha avuto buon gioco a dire: “Bene, bravi, sventolate tutti la Costituzione. Ottimo”.
Ma mentre tutti continuavano a mostrare i libretti rossi con la Carta Costituzionale, La Russa ha messo immediatamente ai voti l’emendamento successivo senza dar tempo alle opposizioni di intervenire in dichiarazioni di voto come previsto dal Regolamento.
A questo punto la bagarre è esplosa irrefrenabile con cori di proteste da parte dei banchi del centrosinistra che chiedevano di poter intervenire sulla proposta di modifica all’articolo 1. Tutti i senatori in piedi a gridare.
I commessi sono entrati in massa nell’emiciclo per tentare di placare gli animi. Ma solo quando il capogruppo Dem Francesco Boccia ha ottenuto rassicurazioni da parte di La Russa che la seconda votazione era stata annullata, la situazione si è calmata.
Per poco però. Le proteste sono riprese subito dopo l’annuncio di un “piccolo canguro” taglia-emendamenti da parte di La Russa. Un escamotage entrato ormai nella prassi parlamentare per bloccare l’ostruzionismo che le opposizioni non si aspettavano però “già dal primo giorno di votazioni”.
Maratona oratoria dei senatori del Pd nell’illustrazione degli emendamenti al primo articolo del ddl sul premierato elettivo: stanno infatti intervenendo tutti i parlamentare Dem, dato che ciascuno di essi ha firmato un certo numero di proposte di modifica, acquisendo il diritto di illustrarli per cinque minuti. Tale forma di ostruzionismo sta facendo slittare i voti sugli emendamenti al ddl.
L’articolo 1 del ddl prevede l’abrogazione del potere del Presidente della Repubblica di nominare i senatori a vita.
Gli interventi hanno sottolineato tutti l’apporto che tali figure hanno dato alla vita culturale e politica italiana.
Dario Franceschini ha voluto leggere i nomi di tutti e 47 i senatori a vita, dall’inizio della Repubblica ad oggi, elenco che è stato salutato da un applauso degli altri senatori del Pd. “Sentire tutti i nomi insieme – ha commentato Franceschini – fa venire i brividi, fa capire la forza di una nazione”
La Russa applica il primo “canguro”
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha applicato per la prima volta, già al secondo emendamento al ddl sul premierato, la cosiddetta regola del canguro.
Essa consente di bocciare con un solo voto una serie di emendamenti simili, che differiscono solo per pochissimo. Nello specifico le opposizioni avevano presentato una serie di emendamenti riguardanti il potere del capo dello Stato di nominare dei senatori a vita.
Il primo emendamento fissava in 10 il numero dei senatori a vita nominabili dal Presidente della Repubblica, e i successivi facevano scalare questo numero fino ad uno.
Si è trattato di un “mini-canguro” perché il voto unico ha consentito di evitare il voto di soli altri nove emendamenti.
ANSA