CALCIO & SPORT

Giro: sprint vincente di Merlier, Milan beffato

Seconda vittoria di tappa per il belga. Pogacar saldamente in rosa

Jonathan Milan è un uragano ma il fulmine che illumina il cielo di Padova è quello del belga Tim Merlier.

Vittoria da velocista di razza per il portacolori della Soudal Quick Step alla sua seconda vittoria nel Giro 2024, tris in considerazione del successo nel 2021, che impedisce al friulano Milan un favoloso poker.

Nella 18/a tappa, in attesa dalla consacrazione a Roma di Pocagar, decide lo spunto di Merlier, il colpo di reni da spinter di qualità.

Pecca, invece, il treno della squadra dell’azzurro. La Lidl Trek ha due uomini che pilotano Milan nell’affollata bagarre conclusiva, due corridori di assoluta qualità, il bergamasco Consonni e il belga Stuyven, ma prima del rettilineo finale c’è una curva che spiazza tutti, che confonde le acque.

Milan resta lontano dalle ruote dell’ultimo uomo della Lidl, Consonni ed è costretto ad impostare la volata da solo.

Resta, probabilmente, troppo presto all’aria, stessa sorte per ‘l’enfant du pays’ Dainese che ai 500 è già davanti e, di fatto, imposta una volata di testa, di quelle che difficilmente vanno in porto. Milan è un portento, recupera metro dopo metro, scuote con grande forza la propria bicicletta, tutto nel mezzo della sede stradale.

Merlier resta più nascosto, parte assieme a Milan ma lo precede con un senso del traguardo, della linea d’arrivo che ne esalta l’istinto da killer. Vince Merlier, mastica amaro Milan.

Per il belga prima doppietta in un grande Giro, la certificazione di essere un velocista di fattura, senza dimenticare che nel suo palmares figura anche una medaglia di bronzo agli Europei in linea.

“Dopo l’ultima volata – ammette il vincitore di giornata – eravamo delusi. Abbiamo cercato di cambiare qualcosa, di impostare un lavoro diverso e questo ha funzionato.

Devo dire che la vittoria è merito del colpo di reni, Milan mi era davvero vicino ma rivedendo la volata è stato decisivo quel guizzo finale.

Sono davvero soddisfatto perchè sono riuscito a finalizzare l’ottimo lavoro del team. Obiettivi? C’è ancora una tappa, l’ultima, che potrebbe finire in volata e io ho davvero delle buone sensazioni e quindi certamente ci riproverò”.

Jonathan Milan è dispiaciuto. “I ragazzi hanno fatto il massimo per mettermi nella condizione migliore ma è stato un finale complicato, peccato. Ho preso un po’ di vento, ho perduto la posizione, sono riuscito anche a recuperare tante posizioni.

Sono triste perchè volevo finalizzare al meglio il lavoro dei miei compagni ma per battere velocisti forti come Merlier non si possono commettere errori e io qualcuno in questa volata l’ho commesso”.

La frazione numero 18, da Fiera di Primiero a Prato della Valle, salotto di Padova, si è rivelata la più classica delle tappe di trasferimento, caratterizzata da una lunga fuga a quattro composto dal danese Honoré (EF) e dal terzetto azzurro Maestri e Pietrobon (Polti) e Fiorelli (Bardiani). Vantaggio massimo che arriva vicino ai 2′ minuti ma che non preoccupa mai le squadre dei velocisti.

Chilometro dopo chilometro il margine si affievolisce e bella l’azione del mantovano Affini, Visna, che da buon cronoman rientra da solo sul quartetto di testa dando un pizzico di vigore alla fuga.

Ma tutto va a vantaggio di chi insegue, le squadre dei velocisti, come si suol dire, lasciano a bagno maria gli attaccanti e a -10 dalla linea d’arrivo di Prato della Valle il plotone torna a ranghi compatti.

Di fatto inizia lì la volata perché i treni si organizzano, la velocità resta alta e costante, davvero arduo per qualche coraggioso tentare la sortita.

D’altra parte a 60 all’ora mettere il naso fuori dal gruppo è impresa titanica. Soudal per Merlier e Lidl Trek per Milan a menare le danze assistite dalla Ineos Grenadier.

Si muove la Tudor per lo sprinter di casa Dainese e anche la Movistar per l’eterno Gaviria. Ma alla fine la ruota veloce è quella di Merlier. Pogacar rimane saldamente in maglia rosa e guarda con fiducia alle due tappe prima della passerella di Roma.

Domani l’arrivo ai 1290 metri di Sappada dopo aver scalato Passo Duron e Sella Valcalda e infine quella ancora in territorio veneto con la doppia ascesa al Monte Grappa che precede l’arrivo di Bassano. Due frazioni che potrebbero mettere le ali al fenomeno sloveno.
ANSA

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