CULTURA E EVENTI

Cristina D’Avena, la ragazza senza età compie gli anni

Una vita passata sul palco, "alle mie sigle non rinuncerei mai"

Cristina D’Avena è – da sempre – la ragazza senza età.

Come i personaggi dei cartoni animati, le cui sigle canta ormai da qualche decennio.

“Io non ho età. E quando mi chiedono quanti anni ho, mi confondo. È un po’ come chiedere l’età di Memole.

Qualcuno sa quanti anni ha Memole?”, scherza la cantante bolognese. Sono gli altri, stavolta, a ricordarle quante candeline dovrà spegnere: sessanta, numero tondo.

“Una candelina non mi cambia la vita, però sì, un po’ mi rode – ammette con sincerità Cristina, nata il 6 luglio 1964 -.

Anche perché io me ne sento 25”. C’è voluto un po’ a convincerla, ma poi non si tira indietro.

“Qualcun potrà pensare che sono un po’ matta a non essere particolarmente contenta a parlarne. Non è tanto il numero, di quello me ne frego, è piuttosto una questione di femminilità, dell’essere donna.

È vero che una volta era diverso e oggi anche a 70 anni le donne sono meravigliose e di fascino, però… ho preferito festeggiare i 50!”.

A darle pensiero, non è tanto il passare del tempo in sé, “ma, da buon cancro, le persone vicine che vengono a mancare.

La vita si svuota e ti senti più sola. Non mi fa paura la solitudine ma i punti di riferimento che vengono a mancare, lasciandomi sola”.

Il riferimento è in particolare ad Alessandra Valeri Manera, la sua storica autrice, scomparsa nei giorni scorsi.

“Alessandra mi ha lasciato un vuoto che non si può descrivere, una voragine inimmaginabile.

Era un’amica e una consigliera. Con lei è volato via un altro pezzo del puzzle che è la vita. La sua morte mi ha destabilizzato”. Anche per questo, forse, il compleanno ha un sapore ancora più amaro.

Sul palco per la prima volta a 3 anni e mezzo, con Il Valzer del Moscerino allo Zecchino d’Oro del 1968, Cristina D’Avena è stata una sorta di predestinata, perché qualche anno dopo – era il 1981 – cantò la sua prima sigla Bambino Pinocchio.

Poi sono arrivate La Canzone dei Puffi, Kiss Me Licia, Memole dolce Memole e un’infinità di altre canzoni per i cartoni animati.

E un’altra, che porta la sua firma, è in arrivo molto presto. Un unicum, nessun altro è riuscito a scalfire il titolo di regina dei cartoni. “Qualcuno ci ha provato, senza riuscirci.

Se c’è un segreto è stato quello di essere sempre coerente e fedele a me stessa. E il pubblico mi ha amato e continua ad amarmi per questo.

Io sono cresciuta con loro, e loro con me. In tanti avrebbero voluto farmi cambiare strada.

Le canzoni per bambini sono sempre considerate qualcosa di serie B, e figurati se la radio passa un mio brano.

Ma è il mio mondo, che ho vissuto con grande orgoglio, e ci sto bene. Forse se sono qui dopo 43 anni, con concerti da 10mila persone un motivo ci sarà”.

Un motivo che l’ha portata a diventare una vera e propria icona. “Impegnativa come definizione, vero? Io preferisco essere ‘l’amica di tutti’.

La persona che nel momento del bisogno con una sua canzone, una di quelle che hanno scandito il tempo dentro di te, ti può far sorridere”.

Vissuta sotto i riflettori per gran parte della sua vita, non rimpiange nulla.

“È vero che a 17 anni già lavoravo, ma ho fatto la vita di una ragazzina di quell’età.

E anche crescendo, quando ho iniziato a trovarmi i paparazzi sotto casa, una disperazione per me che sono una persona discreta e riservata, sono sempre riuscita a tenere la mia vita privata da parte”.

L’unica nota dolente, a guardarsi indietro, racconta, “è il fatto di non aver avuto figli.

Mi sentivo un’eterna ragazzina, ma non era così. Vivevo la realtà dei cartoon e mi sembrava che tutto fosse lontano, tutto una favola.

E invece c’era l’orologio biologico che scandiva il tempo”. I compleanni, inevitabilmente, sono anche tempo di bilanci.

Cristina è riuscita a realizzare tutti i sogni che aveva? “Tutti forse no, ma molti sì.

A livello professionale quello che ancora mi manca è un musical in teatro. Una forma d’arte che considero ancora più diretta dei concerti.

Potrebbe essere il modo di stupire qualcuno che non si aspetterebbe di vederli lì”.

Come quando portò le sigle dei suoi amati cartoni animati sul palco del Festival di Sanremo nel 2019, da superospite, voluta dai suoi fan che lanciarono una petizione.

“È stato incredibile perché anche gli artisti in gara cantavano le mie canzoni”.

Nacque lì il progetto Duets, l’album che la vide duettare, tra i tanti, con Elodie, Loredana Bertè, J-Ax, Arisa, Emma, Annalisa.

Inutile dire che festeggerà sul palco, con uno dei suoi concerti, “e non oso immaginare cosa potrà accadere. Poi spegnerò le candeline, in famiglia.

Lo faccio da quando sono nata, e ogni anno la torta deve essere un po’ più grande per metterle tutte”.

E il regalo che vorrebbe? “Io amo i profumi, da impazzire. Ma se fatto con il cuore, apprezzo anche una caramella”.

ANSA

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