CIA: Modello lucano sindacato agricolo del territorio
Il modello lucano di “Sindacato agricolo del territorio”, avviato da alcuni anni dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, a partire dalla autoriforma organizzativa, segna un nuovo passo avanti. E’ la conclusione dell’incontro interregionale di Paestum, al quale ha preso parte una delegazione della Cia di Basilicata, sui temi del “marketing associativo e servizi a valore”. L’obiettivo è di continuare a lavorare per offrire soluzioni sempre più concrete e vicine ai fabbisogni reali degli imprenditori agricoli, attraverso servizi mirati, innovativi e integrati. Perché i servizi sono rappresentanza e la sfida del futuro è diventare un’organizzazione ancora più efficiente che semplifica i problemi delle aziende. Un’occasione d’incontro, quindi, con i territori, i direttori, i responsabili di settore, gli operatori, per parlare non solo del progetto di rinnovamento dei servizi confederali, ma anche di come far crescere l’organizzazione. Per dare all’adesione alla Cia un “peso” fatto di valori, di tutela sindacale e di assistenza agricola.
La nuova governance della Cia testimone dei valori e della storia della Confederazione, radicata nel territorio e che individua nei Comuni e nelle loro aggregazioni il primo luogo di confronto e di azione – è stato sottolineato – si sostanzia in diverse attività che comportano anche il consolidamento delle Associazioni di persone e dei Gruppi di interesse economico. Gli obiettivi alla base della nuova strategia di cambiamento sono il rafforzamento e l’adeguamento dell’intero Sistema Confederale all’evoluzione della società ed ai nuovi bisogni delle imprese e dei cittadini, attraverso scelte di semplificazione e razionalizzazione delle strutture e degli strumenti confederali a tutti i livelli organizzativi.
Il progetto di semplificazione, sostenibilità e rafforzamento della Confederazione – si sottolinea nella nota – è una risposta alle profonde trasformazioni presenti nella società, nell’economia e nella politica, che richiedono radicali modifiche anche nella rappresentanza. La Confederazione italiana agricoltori pone al centro della sua azione l’imprenditore agricolo e promuove i valori dell’impresa agricola fondata sui principi della democrazia economica e rappresenta gli interessi degli imprenditori agricoli che operano nel mercato dei prodotti dei beni alimentari e dei servizi connessi all’attività agricola; dalla propria attività ricavano reddito per se e per la propria
famiglia; contribuiscono allo sviluppo economico, al benessere sociale ed alla tutela del territorio e dell’ambiente. Impresa giovane e ricambio generazionale sono fattori nodali per costruire il futuro dell’agricoltura.
La strategia è sintetizzabile nel sostegno della centralità di tre fattori determinanti: impresa, prodotto e territorio.
“Il nostro obiettivo -ha affermato il presidente Dino Scanavino- è far crescere la Cia all’interno del panorama della rappresentanza italiana senza mai dimenticare la nostra base, ovvero gli agricoltori”. Per il presidente nazionale “dobbiamo avere la capacità di essere resilienti, trovando la nostra cifra distintiva, essere un’organizzazione moderna e innovativa che incontra le esigenze degli associati, che si fa promotrice di un’azione sindacale utile, non solo politica ma pratica”.
Ecco perché “ora vogliamo andare avanti con progetti non futuribili, ma cantierabili -ha concluso Scanavino-. L’anno prossimo la Cia compie 40 anni, che per l’Europa è l’età in cui si esce dalla categoria dei ‘giovani’. Ecco, noi allora ci assumiamo ancora di più la responsabilità di diventare grandi”.