SFRATTI: UIL, SOCCORSO DA DECRETO GOVERNO
In Gazzetta Ufficiale il 25 luglio scorso è stato pubblicato il decreto delle infrastrutture che entrerà in vigore il prossimo 9 agosto rendendo operativo lo stanziamento di quasi 60milioni di euro destinati ai casi di “morosità incolpevole” per canone di alloggio. Si tratta – spiega la Uil che nelle settimane scorse ha diffuso uno studio sulla situazione di sfratti in Basilicata – di un provvedimento che viene in soccorso almeno ad una parte dei 76 provvedimenti esecutivi e 409 richieste di esecuzione che caratterizza nella nostra regione l’emergenza abitativa a fine 2015.
Spetterà al Comune, nel consentire l’accesso, nei limiti delle disponibilità finanziarie verificare che il beneficiario: – abbia un reddito I.S.E. non superiore a 35mila euro o un reddito derivante da regolare attività lavorativa con un valore I.S.E.E. non superiore ad euro 26.000,00; – sia destinatario di un atto di intimazione di sfratto per morosità, con citazione per la convalida; – sia titolare di un contratto di locazione di unità immobiliare ad uso abitativo regolarmente registrato (sono esclusi gli immobili appartenenti alle categorie catastali Al, A8 e A9) e risieda nell’alloggio oggetto della procedura di rilascio da almeno un anno; – abbia cittadinanza italiana, di un Paese dell’UE.
L’incessante e implacabile crisi economica di questi lunghi anni – è scritto nella nota della Uil – ha prodotto ricadute negative sia sul fronte occupazionale che sociale, con una riduzione del reddito per centinaia di migliaia di famiglie, che, come dimostrano i dati sugli sfratti, si è tradotta, in molti casi, anche nella difficoltà di pagare il canone di locazione. Si pensi solo che in Italia, nel 2015, il rapporto tra sfratti emessi e numero famiglie è di 1 ogni 399 famiglie, molto più basso rispetto al rapporto che si era registrato negli anni pre-crisi. A livello regionale, la Basilicata presenta dati di sofferenza abitativa tra i meno preoccupanti del Paese con un rapporto di 1 sfratto emesso ogni 3.056 famiglie.
Il provvedimento viene incontro ai casi: – perdita del lavoro per licenziamento; – accordi aziendali o sindacali con consistente riduzione dell’orario di lavoro; – cassa integrazione ordinaria o straordinaria che limiti notevolmente la capacità reddituale; – mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici; – cessazioni di attività libero-professionali o di imprese registrate, derivanti da cause di forza maggiore o da perdita di avviamento in misura consistente; – malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato o la consistente riduzione del reddito complessivo del nucleo medesimo o la necessità dell’impiego di parte notevole del reddito per fronteggiare rilevanti spese mediche e assistenziali.
Per la Uil uno strumento utile sarebbe ripristinare il Fondo sostegno affitti, azzerato per il 2016 dalla legge di stabilità, consentendo alle Regioni di attuare una politica di programmazione adeguata alle esigenze dei cittadini.