Quando la paura d’amare allontana la vita: recensione a IONONAMO, di Jacopo Lupi
Davis Reno ha 23 anni, apparentemente pochi, ma è come se ne avesse molti di più, tanta è la vita che ha accumulato sulle proprie spalle, senza mai vivere davvero, paralizzato da un’incontrollabile paura di amare, in primo luogo sé stesso, e poi anche gli altri, una paura che ha esorcizzato e che esorcizza facendo finta di amare tutte le donne che incontra sul proprio cammino di studente universitario e di impiegato part-time presso il Policlinico Sant’Orsola, nella città di Bologna, la città dove tutto può avvenire e dove di fatto tutto avviene, città nella quale, a differenza di quella sua di origine (Sulmona), tutto gli è concesso, quindi ogni perdizione, la droga e l’alcool, luogo lontano dalle sue radici dove può trascinarsi in un horror vacui eterno, fumandosi il cervello, assieme alla vita, mentre guarda gli altri vivere, fino a toccare con mano il corpo dell’amore, l’amore vero, quello di Ilaria e per Ilaria: comincia così la danza, dal buio del vuoto, fino alla profondità della sua anima, condotta attraverso un viaggio interiore da sempre ostinatamente rimandato, per paura di vivere davvero.
IONONAMO, il romanzo scritto da Jacopo Lupi (LUPI EDITORE), di cui Davis Reno è protagonista, non è solo un viaggio geografico, attraverso l’Italia e dall’Italia all’Africa, ma è soprattutto un viaggio che ciascun lettore compie dentro sé, per liberarsi con destrezza dalla trappola dell’autoinganno di ogni falso bisogno quotidiano, un viaggio che ognuno di noi in realtà dovrebbe compiere, alla ricerca del mito, da sempre inseguito, della felicità, per quel bisogno di amore che ciascuno ha, troppo spesso travestito da arroganza e finta sicurezza, quel bisogno di essere amati e ancor di più di amare il quale, per paura di non trovare la corresponsione giusta, dà origine alla fuga, prima ancora che dagli altri, da sè stessi.
Questo romanzo torna a dieci anni esatti dalla sua prima, originaria, stesura, per decisione dello stesso Jacopo Lupi, qui nella veste di scrittore e di editore al tempo stesso, che guarda con nuova ottica al protagonista della sua creatura letteraria, un ventenne che ora di anni ne avrebbe più di trenta, un ventenne che sicuramente il tempo e la vita hanno cambiato, come inevitabilmente avviene: con questa nuova pubblicazione Lupi si rimette in gioco e tira le somme per una generazione sempre in lotta e sempre in fuga, da tutto e da sé stessa, e lo fa con uno stile essenziale e al tempo stesso accurato e ricercato, uno stile, ad ogni modo, senza fronzoli, forte ed incisivo, che a volte arriva come un pugno nello stomaco, come, del resto, fa solo la vita.
ILARIA GRASSO