Povertà, Mollica: “L’assistenzialismo non funziona”
Il presidente del Consiglio regionale della Basilicata commenta i dati diffusi dall’Osservatorio diocesano. “La questione diventi una battaglia di civiltà”
“Cresce nella nostra società la povertà, aumenta il numero delle persone e delle famiglie che vengono risucchiate ogni giorno sotto la soglia minima di soddisfacimento di bisogni essenziali senza che, contestualmente, cresca la consapevolezza reale del fenomeno e l’esigenza di fare di questo problema la frontiera di qualunque battaglia per il cambiamento”. È quanto afferma il Presidente del Consiglio regionale, Francesco Mollica, dopo l’allarme lanciato dall’Osservatorio diocesano della povertà e delle risorse secondo cui le richieste di aiuto per l’erogazione dei beni primari sono aumentate del 13% rispetto al 2014.
“Il Consiglio regionale e il Presidente della Regione – afferma Mollica – devono fare di questo problema il punto centrale della loro attività, una battaglia di civiltà. Dobbiamo essere attenti alle sollecitazioni che ci vengono dal mondo del lavoro, dalle sedi scientifiche, dai giovani, dalle donne che ormai esigono forme reali di parità nei diritti, dal nostro specifico patrimonio culturale”.
“Se la situazione non è precipitata del tutto – dice Mollica – lo si deve a chi, fino ad oggi, è rimasto in trincea con l’elmetto in testa a combattere la povertà. Penso alla Caritas, alle moltissime associazioni del terzo settore e a tutta la variegata moltitudine di realtà che hanno formato un’alleanza contro la povertà proprio per sollecitare uno scatto di reni da parte del mondo politico”.
Il Presidente ricorda come “nel 2014, il Consiglio regionale approvò un suo emendamento alla legge di Stabilità, con il quale veniva riconosciuto la somma di 200 mila euro alla Caritas regionale che, attraverso forme di sostegno già attuate altrove, quali il microcredito sociale e progetti di etica sociale, doveva portare avanti e implementare la realizzazione di progetti a livello locale per contrastare il dilagante fenomeno del disagio sociale”.
“È sul microcredito che dovremmo continuare a puntare, suggerisce il Presidente. Ad un percorso di formazione e accompagnamento per accedere a dei finanziamenti per piani di investimento inclusi tra 5.000 e 50.000 euro. Contributi che vadano a sostenere chiunque voglia intraprendere attività imprenditoriali. Occorre continuare a mettere in campo strategie adatte alla realtà in cui si opera. Penso anche alla creazione di partnership con istituti bancari presenti sul territorio per garantire la realizzazione di misure di contrasto che realmente forniscano alle famiglie gli aiuti necessari ad affrontare il grave disagio in cui versano”.
“È vero che gli enti locali continuano ad investire risorse assistenziali nella lotta alla povertà – continua Mollica – ma è altrettanto vero che non si sono conseguiti risultati apprezzabili. Tale parziale fallimento, dunque, è imputato alla predominanza della logica dell’intervento d’emergenza in virtù del quale è preferibile concedere contribuiti economici anziché mettere in azione servizi assistenziali. Bisogna, inoltre, continuare a mettere la famiglia al centro delle politiche sociali. E penso all’introduzione di due misure, il ‘Bonus Famiglia’ e ‘Nidi Gratis’ che azzera la retta dei nidi. Obiettivo è sostenere le famiglie vulnerabili sul piano economico e sociale e a rischio povertà e attivare la persona e la famiglia come protagonista della propria autonomia”.
“È necessario – sottolinea il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata – incrementare gli stanziamenti affinché si mettano al centro le famiglie ed il lavoro per invertire al più presto la tendenza recessiva che stiamo attraversando. Non è possibile che a beneficiare di stanziamenti, anche consistenti, non siano i bisognosi, ma tutto il mondo che gira attorno a questi programmi e che drena più del 60 per cento dei finanziamenti”.
“Fissare un dato quantitativo e una data per raggiungere un obiettivo – conclude il Presidente Mollica – deve essere un mezzo per porre all’attenzione dei governi e dell’opinione pubblica un imperativo etico, politico ed economico. Etico perché resta intollerabile che circa 5000 persone, nel solo territorio lucano, vivano in condizioni di povertà e di disuguaglianza estreme. Politico ed economico perché la povertà è destinata a creare migrazioni di massa, profondo scontento sociale e germi di rivolta”.