CRONACA

Il Messaggio del Vescovo ai Cristiani della Diocesi

È Natale!  Il “Bambino avvolto in fasce” è la nostra speranza
Carissimi,
Anche per noi, oggi, risuona forte e chiara la voce dell’Angelo che dice: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,10.11).
Dio, l’Onnipotente e l’Eterno, che il nostro cuore desidera più di ogni altra persona e cosa, si è fatto “bambino” per stare per sempre vicino a noi e a ogni uomo. Quale grande dono! Quale immensa promessa di speranza nel Natale del Signore! Dio è con noi e per noi. Per sempre. Per tutti.
Vivere tutti gli istanti con questa consapevolezza è un dono e un compito. Un dono che riceviamo nella fede della Chiesa e un compito che scaturisce dalla nostra identità di figli di Dio. Un dono grande e un compito impegnativo che cambiano la vita e la rendono beata, bella e buona perché l’esistenza di coloro che seguono Gesù è piena, lieta, attraente, sicura, carica di senso, di attesa e di speranza. Natale è una straordinaria scuola di vita!
Carissimi, vi assicuro che ognuno di noi può fare esperienza di questa pienezza di vita e di gioia. Questa vita buona è per noi. Per tutti noi. Anche oggi si può vivere lieti e felici, nonostante la crisi economica, nonostante il disfacimento del sistema sociale e la fragilità dei cristiani. Anche noi possiamo vivere così malgrado i nostri limiti e i nostri peccati. Per vivere così, però, occorre volerlo veramente e avere un cuore colmo di un desiderio di bene per la propria vita. Per vivere così bisogna “vegliare” e avere la semplicità, l’umiltà e la libertà dei pastori che andarono “senza indugio” fino a Betlemme per fissare lo sguardo sul Bambino “avvolto in fasce” (Lc 2, 12) e riconoscere in quel Bambino il Signore della loro vita.
I pastori hanno riconosciuto nel bambino Gesù il Messia atteso e il Salvatore del mondo perché vegliavano e attendevano la luce del giorno. Vegliavano e attendevano! Non stavano semplicemente svegli, perché dentro il loro vegliare c’era l’attesa di una luce per la loro vita. Per questo non hanno avuto paura delle tenebre della notte e di pernottare all’aperto. I pastori hanno riconosciuto il Messia perché il loro cuore non era bloccato e rassegnato: era pulsante e ardente di fiduciosa attesa.
Cari amici, anche noi siamo chiamati a “vegliare” e ad “attendere” per accogliere la luce che proviene dalla Gloria del Signore e stupirci per le cose sperimentate e raccontate dai pastori (cfr. Lc 2,16-18). Anche dentro la nostra “veglia” e la nostra “attesa”, come per i pastori, c’è una promessa più grande, per noi e per la comunità, che supera ogni “desiderio” e ogni “merito”. Anche per noi, però, per riconoscere Dio presente, è necessario vegliare e desiderare realmente di “vedere” il Signore, evitando di attendere il Regno di Dio senza volerlo e amarlo veramente.
Con la nascita di Gesù nella storia è avvenuto un nuovo inizio di cui siamo resi partecipi. Un nuovo inizio che è accaduto nel seno della Vergine Maria e che continua ad avvenire nella vita di ognuno di noi. Credetemi! Sarà sempre questo “nuovo inizio” a determinare la nostra esistenza e la vita della società e mai le “crisi” e i “fallimenti”, personali e comunitari, presunti e veri, grandi e piccoli. La nostra vita, in quanto cambiata dalla grazia di Dio in questo nuovo inizio, è il vero motivo di speranza per le nostre famiglie, le nostre comunità e la società tutta, poiché il Signore non fa mai mancare ai suoi figli la testimonianza di persone a cui guardare per amarLo e seguirLo nella compagnia affidabile della Chiesa.
Il Natale del Signore ci chiede, sia a livello personale che comunitario, di ripartire ed essere i protagonisti entusiasti di una nuova stagione esistenziale, spirituale, pastorale, culturale e sociale in questa parte sud della nostra amata Basilicata.
Con occhi semplici e puri impariamo a guardare il “Bambino avvolto in fasce” come lo hanno guardato Sua Madre Maria, San Giuseppe e i pastori. Da subito nel nostro cuore rinascerà la certezza che “Dio è con noi” e con essa la vera gioia del Natale.
Il Bambino Gesù, “che giace nella mangiatoia” per offrirsi come cibo, alimenti la nostra speranza, nutra la nostra carità, sostenga il nostro lavoro, benedica le nostre attese, custodisca noi e le nostre famiglie nel Suo amore.
Di vero cuore vi auguro un santo e felice Natale del Signore. Auguri!
Il vostro Vescovo
 Don Vincenzo
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