DIGA SENISE, IDV: “CORRERE AI RIPARI”
“La quantità d’acqua presente ad oggi nella diga Monte Cotugno-Senise ha superato il livello di guardia. Siamo scesi a meno 50% rispetto ad agosto 2016, vale a dire mancano 109 milioni di metri cubi. E’ pertanto necessario aggiornare il tavolo di emergenza idrica insediato alla Presidenza della Giunta”.
A sollecitarlo è il Circolo Italia dei Valori di Senise sottolineando che alla luce della situazione appena aggiornata di Monte Cotugno diventa prioritario tenere fede all’annuncio del governatore Pittella, circa un mese fa quando il quadro della disponibilità idrica negli invasi lucani era migliore, di chiedere al governo la convocazione di un tavolo nazionale per affrontare in maniera costruttiva il tema calamità e quello sul ruolo dell’Eipli (Ente irrigazione Puglia Lucania Irpinia), anello importante della catena.
Per Idv se si vuole imprimere una svolta nella governance dell’acqua, così come impone la stagione siccitosa tra le più gravi dell’ultimo trentennio, non si può più perdere tempo nel mettere ordine negli enti che a vario titolo si occupano di invasi, condotte, impianti. In primo luogo si tratta di prendere atto – è scritto nella nota – che la nomina del commissario unico del Consorzio di Bonifica non ha migliorato la situazione segnata in negativo da una parte dallo spreco di risorse e dall’altra dalla sovrapposizione di enti, ultimo nato è l’Egrib, ancora “oggetto sconosciuto”.
Del resto per alleviare i forti disagi a cittadini, agricoltori ed allevatori persino del Senisese, nonostante la presenza della più grande d’Europa in terra battuta, sarebbe sufficiente attivare la leva della guerra alle perdite delle reti. L’inadeguatezza delle strutture con condotte vetuste e colabrodo che trasferiscono l’acqua da Monte Cotugno perdendone per strada sino ad oltre il 40% necessita di interventi straordinari come richiede la manutenzione della diga per ridurre le perdite sino ad annullarle quasi completamente nel giro di un paio d’anni. Anche nel 2016, nonostante una lieve flessione, metà dell’acqua fatta confluire nelle tubazioni dell’Acquedotto Pugliese – che attinge da Senise e dal Pertusillo – non è arrivata nei rubinetti degli utenti finali. Ecco i dati più aggiornati: nel 2016 la percentuale complessiva della perdita è del 48%, nel 2015 era del 49%. Si tratta di indici elevati che superano ampiamente la media nazionale ferma al 35% (come indicato dal rapporto Blue Book 2017 di Utilitalia). Della dispersione (di cui una parte è fisiologica) ben il 45% è fisica, ovvero viene sprecata per l’inadeguatezza delle tubazioni di adduzione e distribuzione. Eppure, negli ultimi anni Acquedotto Pugliese, che gestisce il servizio idrico integrato, ha investito 231 milioni per due interventi straordinari di ammodernamento delle strutture. Il primo, concluso negli anni scorsi, ammonta a 151 milioni e ha interessato 143 comuni. Un altro maxi intervento, che è terminato nel 2016, ha un valore pari a 62 milioni e ha interessato 95 comuni pari al 24% dell’intera rete idrica urbana. In attesa di essere appaltati, inoltre, ci sono lavori per altri 80 milioni il cui futuro dipenderà anche da chi sarà il soggetto che gestirà il servizio idrico integrato nei prossimi anni (la concessione di Acquedotto Pugliese scadrà a dicembre del 2018 e sinora c’è un parere di affidamento in house con l’ingresso in Aqp dei Comuni.
E’ sul fronte politico che – sottolinea nella nota IdV di Senise– vanno date risposte a cominciare dal recupero del debito cronico vantato dalla Regione Basilicata nei confronti della Regione Puglia e da Acquedotto Pugliese di cui purtroppo si è perso il conto esatto (si parla tra i 30 e i 50 milioni di euro) non solo per affrancare gli agricoltori di Senise dalle cartelle esattoriali del Consorzio Bonifica Alta Val d’Agri, come rivendichiamo da mesi, ma per investire, come previsto negli accordi tra Regioni Basilicata e Puglia, per la salvaguardia della diga e delle sorgenti”.