MUSICA

Rock targato Italia, la compilation a Natale La copertina è un’opera di LEONIDA DE FILIPPI

Arte e musica insieme per un connubio all’insegna della creatività, della gioia, della libertà, dell’arte in tutte le sue forme.

È il senso del progetto che lega l’Associazione Milano in Musica, attiva in campo musicale soprattutto nel sostenere e promuovere le giovani band musicali italiane, e Italian Factory Magazine, tra i più autorevoli magazine d’arte on line, molto attento alle nuove tendenze artistiche italiane e straniere, dalla street art alle più varie sperimentazioni linguistiche presenti in campo internazionale.

Dopo l’edizione 2016 della compilation di Rock Targato Italia, la cui cover era stata appositamente disegnata dal pittore, scultore e videomaker Desiderio Sanzi, ora è la volta dell’edizione 2017 di Rock Targato Italia, la cui cover è stata dipinta dal pittore e scultore milanese Leonida De Filippi.

Per l’occasione, De Filippi ha “regalato” alle band musicali italiane un lavoro appartenente al suo ultimo ciclo di lavori, tutti incentrati sul tema della circolarità. Il quadro che campeggia sulla copertina della compilation di Rock Targato Italia 2017 è infatti un grande cerchio colorato, che sembra catturare lo sguardo e l’energia dello spettatore verso il proprio interno, e nello stesso tempo è un invito a muoversi dall’interno all’esterno, come trasportato da una grande forza centripeta.

Perché il cerchio? “Perché è il simbolo di energie che si diramano dall’interno all’esterno, dal proprio centro a ciò che esiste al di fuori-di-noi, come simbolo di apertura all’infinito verso l’altro, verso le culture diverse dalla nostra, verso il mondo intero; ma che allo stesso tempo ci permette di concentrarci anche su noi stessi, sulla nostra persona, sull’individualità, sulla singolarità della nostra cultura, della nostra sensibilità e umanità”, spiega l’artista.

Proprio pochi mesi fa, De Filippi fa ha anche portato uno dei quadri appartenenti al progetto “Circolarity” in giro per la Cina: in un viaggio di lavoro artistico ma anche di ideale amicizia e di conoscenza, l’artista ha utilizzato uno dei suoi quadri circolari come sfondo di fronte al quale mettere in posa e fotografare persone comuni, passanti, lavoratori, studenti. Un progetto in divenire, che intendeva privilegiare il dialogo tra i popoli al di là delle barriere linguistiche e culturali.

Il progetto “Circolarity” ha la sua base di partenza nei quadri che De Filippi ha cominciato a realizzare circa un anno fa, come sviluppo naturale del suo lavoro, nel quale utilizza da sempre l’immagine del retino fotografico, traportato però nel linguaggio pittorico, come esempio di scambio e contaminazione tra generi e linguaggi; ma, se nei quadri precedenti l’artista aveva utilizzato il linguaggio del retino per la realizzazione di grandi ritratti, paesaggi o scene tratte dalla cronaca – soprattutto di guerra –, dal 2016 ha invece cominciato a concentrarsi sul simbolo del cerchio, riducendo l’iconografia all’essenziale e approdando così all’astrazione.

Ora, quel cerchio diventa lo sfondo per un nuovo progetto, condiviso e partecipato, che ha visto svilupparsi il lavoro di De Filippi nel tessuto sociale: dal viaggio in Cina alla contaminazione con il rock italiano, per poi approdare in terreni spesso poco frequentati dagli artisti, come le carceri e i campi nomadi. “Ho intenzione”, dice l’artista, “di portare il progetto “Circolarity” in Grecia, al confine con la Turchia che oggi è interessata ai flussi migratori, in Marocco, ma anche in Italia, in una tendopoli rom, tra i migranti e i detenuti”, spiega l’artista. “Vorrei che il mio cerchio, portato in giro tra la gente, diventasse il simbolo di un nuovo esperanto, un linguaggio di pace universale, basato non sulla parola, che spesso divide, ma su un’iconografia astratta, fortemente unificante, su un’idea che non crea differenze ma al contrario unisce e affratella”.       L

Leonida De Filippi  nasce a Milano nel 1969, si laurea in scenografia all’Accademia di belle arti di Brera dove tuttora insegna tecniche Extramediali, corso in cui studia e approfondisce il rapporto tra le nuove tecnologie e le arti visive.

Ha insegnato inoltre nelle accademie di belle arti di Venezia e Carrara.

Il suo percorso creativo si articola inizialmente sulla pittura informale, successivamente nel suo percorso artistico utilizza diverse tecniche tra cui la serigrafia.

Il lavoro attuale tiene conto del rapporto tra arte e tecnologia, tra uomo e macchina, creando nuovi modelli di percezione attraverso una visione alterata, modificata, sgranata, l’occhio infatti è sempre più condizionato da filtri e amplificazioni artificiali tramite i quali l’immagine viene acquisita, letta e tradotta, le opere si raccontano in un esperanto pittorico che vive e respira attraverso i media.

Nel 2008 ha fondato con Paola Ferrario The Sense of Art, associazione umanitaria no profit, con la quale realizza progetti umanitari e di solidarietà in Italia e nel mondo.

Ha esposto in numerose gallerie, spazi pubblici, musei in Italia e in Europa, con mostre personali e collettive. Tra le altre, ricordiamo le mostre presso la fondazione tedesca VAF Stiftung alla Stadgalerie di Kiel, la Kunstetlerhaus di Graz, il Pac di Milano, lo ZKM, Zentrum fur Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe in Germania, il MART di Rovereto, il Wanlin Art Museum di Wuhan (Cina).

Italian Factory Magazine

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