CRONACA

SINDACO DI ROTONDELLA SU INQUINAMENTO SITO ITREC

“Si è tenuta ieri a Rotondella la Conferenza di Servizi legata all’inquinamento chimico ravvisato nel centro Enea di Rotondella nel giugno 2015.

La riunione ha fatto seguito a quella del 10 aprile scorso. In mezzo, come è noto, c’era stato il sequestro preventivo delle vasche di raccolta delle acque di falda e della condotta di scarico a mare dell’impianto Itrec di Sogin e dell’adiacente impianto “ex Magnox” in area Enea”.

E’ quanto si legge in un comunicato stampa del Comune di Rotondella.

“In quell’occasione – continua la nota del Comune – la magistratura aveva ordinato ai responsabili di sito di adottare misure a tutela dell’ambiente e della salute pubblica che fino al quel momento non erano state prese”.

“Partirà, in proposito, la messa in esercizio di un apposito impianto mobile per il trattamento delle acque di drenaggio” dichiara Vito Agresti, sindaco di Rotondella.

Il primo cittadino richiama quanto ha dichiarato in Conferenza il Responsabile del sito Itrec, Vincenzo Stigliano. Sarebbero già state predisposte le aree, installato l’impianto e i relativi serbatoi di stoccaggio oltre che tutti i collegamenti idraulici ed elettrici.

L’impianto avrà un primo trattamento chimico-fisico per l’abbattimento del cromo (una zona di filtraggio, un filtro a carboni attivi, ecc) e le acque trattate saranno poi reimmesse nel normale circuito di gestione degli effluenti liquidi di impianto.

Inoltre verranno prodotti fanghi che, una volta ispessiti e pressati, saranno trattati come rifiuti potenzialmente radioattivi e come tali gestiti secondo le normali procedure di impianto.

E’ poi emerso il tema dello smaltimento delle acque già accumulate nelle vasche a seguito del provvedimento della Magistratura, il cui trattamento e smaltimento sembra assumere un diverso inquadramento normativo rispetto a quello delle acque emunte.

Per questa ragione la Conferenza ha ipotizzato l’esclusione, in questa fase, della possibilità del loro trattamento con l’impianto mobile. In merito si è rimasti in attesa di comunicazioni da parte di Sogin.

Si è posta molta attenzione anche al protocollo di monitoraggio. Ai fini della verifica dell’effettiva riduzione della massa delle sostanze inquinanti, si prevedranno controlli giornalieri da parte di Sogin sia in ingresso che in uscita dall’impianto di trattamento e sempre Sogin comunicherà con almeno 2 giorni di anticipo l’avvio dell’esercizio dell’impianto con Arpab che effettuerà il contraddittorio per i parametri di cromo esavalente e tricloroetilene.

Al di là del problema sollevato dalla magistratura, ci sono poi da gestire le pratiche di caratterizzazione dell’inquinamento rilevato nel 2015, di cui si era discusso nella precedente Conferenza di Servizi, per le quali “si è pronti ad operare non appena la Magistratura darà l’autorizzazione a procedere”, come ha detto Giambattista Labattaglia, responsabile Enea.

“La Conferenza di Servizi ha posto attenzione a tutti gli aspetti di interesse pubblico a tutela della salute delle comunità. Si è giunti a una fase di maggior chiarezza sulla vicenda – spiega il sindaco Vito Agresti – e con la messa in esercizio dell’impianto di trattamento acque predisposto da Sogin gli elementi di potenziale rischio richiamati dalla magistratura saranno certamente controllati meglio.

Ritengo sia stata positiva, in questo senso, l’azione preventiva della magistratura. Dispiace però che il nostro territorio abbia dovuto subire ancora una volta un danno di immagine con ricadute economiche pesanti. Ci impegneremo per azioni di risarcimento.

Del resto non saremmo i primi: ci sono casi positivi, in questo senso, di territori che hanno avuto buon esito per azioni simili, non ultimo il caso, non lontano da noi, di Cassano allo Jonio, dove nel 2013 il Comune ha ottenuto un risarcimento di 4.700.000 di euro per i danni provocati al territorio comunale dallo smaltimento delle ferriti di zinco”.

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