BRAIA: EMERGENZA CINGHIALI, LA BASILICATA ANTICIPA LA LOMBARDIA
“La Basilicata ha anticipato la Lombardia. I nostri agricoltori agricoltori, infatti, possono abbattere (se in possesso di licenza) e richiedere autorizzazioni per i chiusini nei loro terreni.
Già da marzo 2018, poi, si abbattono i cinghiali 12 mesi l’anno, non solo per i 3 mesi del Calendario venatorio. E’ una realtà da mesi e per l’attività di controllo non c’è limite di capi. Forse è la Lombardia, a voler essere precisi, che mette in campo oggi quanto la Regione Basilicata ha già approvato ed è operativo dai primi di marzo di quest’anno (DGR 270/2018), oltre che demandato agli AA.TT.CC. per le competenze di attuazione.”
Lo dichiara l’assessore alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia.
“Doveroso precisarlo – prosegue l’Assessore Braia – in risposta alla nota diffusa a stampa da Coldiretti questa mattina che ci sorprende non poco.
Sin dall’inizio del 2018, ma anche nell’annualità precedente, sono stati sempre coinvolti e informati, insieme a tutte le associazioni di categoria, relativamente a ciò che la Regione stava attuando per contrastare l’emergenza della presenza dei cinghiali sul territorio regionale, a tutela della sicurezza dei cittadini e della pubblica incolumità e della salvaguardia delle colture agricole.
Siamo in attesa che il consiglio, così come auspicato anche da Confagricoltura, approvi la proposta di legge: come già evidenziato nei giorni scorsi, l’iter prevede che sia il Consiglio Regionale ad essere l’organismo deputato a votarla e approvarla, non l’Assessore.
Nel ribadire che tutte le azioni possibili a norma nazionale vigente sono state rese operative dal Dipartimento Agricoltura, che ha la delega in materia dal 2015, sono oltre 11 mila i capi abbattuti lo scorso anno e nel 2018, in poche settimane di prelievo con selecontrollo dopo l’approvazione del Piano, sono stati abbattuti i primi 150 capi.
Nei prossimi giorni abbiamo in programma sia di convocare i Parchi per fare il punto sulle azioni di selecontrollo nelle aree protette, che di verificare con le AA.TT.CC. lo stato di attuazione del piano.
Sono completamente operativi, infatti, il “Piano di abbattimento selettivo e controllo della specie cinghiale 2018-2020” e il ”Disciplinare per la caccia di selezione” e il “Disciplinare per l’esercizio del prelievo controllato del cinghiale in applicazione del piano di controllo regionale”.
A cui si aggiunge lo schema di ordinanza condiviso con la Prefettura che i Sindaci possono applicare, come qualcuno sta già facendo nel proprio territorio, in casi contingenti di emergenza per la pubblica sicurezza, per l’abbattimento e/o la cattura dei cinghiali, nell’ambito di quanto la legge nazionale e le norme regionali consentono.
Tutte queste informazioni e la presentazione puntuale del piano sono state fornite in diversi incontri, anche alla presenza del Presidente della Giunta Regionale Marcello Pittella, oltre che richiesti dalla stessa Coldiretti a margine della manifestazione da loro indetta proprio nelle giornate in cui il piano veniva approvato.
Sicuramente affermare che in Lombardia per la prima volta viene finalmente data la possibilità agli agricoltori, provvisti di regolare licenza, di abbattere tutto l’anno i cinghiali, non corrisponde alla realtà dei fatti.
La Basilicata (art. 4 comma 2 del Disciplinare per la caccia di selezione al cinghiale) già da mesi consente, nel caso si rilevi la presenza di cinghiali nei propri terreni agricoli, ai proprietari e conduttori non ricadenti nei quadranti di caccia e muniti di abilitazione, di abbattere il capo o di richiedere alla ATC competente un cacciatore di selezione.
Inoltre, i nostri agricoltori, come normato nel disciplinare per l’attuazione del piano di controllo della specie cinghiale, possono fare richiesta di chiusini, cioè essere autorizzati dalla Regione Basilicata all’istallazione di gabbie e/o chiusini con esche alimentari per la cattura, nei fondi di loro proprietà, avvisando gli organi preposti al controllo competenti perché si possa poi procedere con l’abbattimento.
Ad oggi risulta pervenuta una sola richiesta di autorizzazione presso gli uffici Dipartimentali. I chiusini nei fondi privati per altro erano già autorizzabili con i precedenti piani provinciali ma scarsamente richiesti, dato che solo le tre domande pervenute erano state autorizzate.
Così come lo strumento della chiamata del selecontrollore per il tramite delle AA.TT.CC. di competenza è a disposizione di tutti, ma scarsamente utilizzato.
La Regione Basilicata, va infine ricordato – conclude Braia – è la regione promotrice di alcune modifiche alla legge nazionale, che consentirebbero di gestire l’emergenza a livello regionale con azioni straordinarie.
Su questo punto, auspichiamo che il nuovo Governo possa affrontare la questione prima possibile, riprendendo le proposte fatte in sede di Commissione Politiche Agricole e in Conferenza Stato Regioni, a partire dall’ampliamento del Calendario venatorio.”