MIGRANTI, ROSELLA (IDV) COMMENTA DATI ISTITUTO CATTANEO
“Le conclusioni dell’indagine dell’Istituto Cattaneo riassumibile nel fatto che in Europa gli italiani sono quelli che più sovrastimano il fenomeno immigrazione contribuiscono a riportare alla sua reale situazione, anche nella nostra regione, il dibattito politico sulla questione migranti che registra invece eccessive strumentalizzazioni”.
È il commento di Angelo Rosella (IdV) che sottolinea “come ci ricorda l’Istituto di ricerca l’immigrazione è stato un tema centrale durante la scorsa campagna elettorale ed è rimasto al centro della discussione pubblica anche nei mesi successivi, dopo la nomina del governo Conte.
Sicuramente, si è trattato di una tematica che ha contribuito al successo elettorale della Lega e sulla quale lo stesso Matteo Salvini – come si è visto nelle ultime settimane – ha impostato la propria agenda di governo (e di comunicazione) come ministro dell’Interno.
Però, su questo argomento i dati a disposizione dell’opinione pubblica sono spesso frammentari e talvolta presentati in maniera “partigiana”, stiracchiandoli da una parte o dall’altra in base agli interessi dei partiti. Il che contribuisce spesso a proiettare un’immagine distorta della realtà del fenomeno migratorio in Italia, dove le percezioni contano più dei dati concreti.
Rispetto ad una media europea del 57%, gli intervistati italiani dall’Istituto Cattaneo convinti che gli immigrati peggiorino la situazione della criminalità sono il 74%. Ancora, gli italiani considerano più degli altri che una maggiore immigrazione comporti una riduzione dell’occupazione. È il 58% sul totale, mentre la media europea è al di sotto del 41%.
Gli italiani – prosegue la nota di Rosella – evidenziano uno scarto maggiore “tra la percentuale di immigrati realmente presenti nel Paese, pari al 7% e quella stimata o percepita, pari al 25%”, si trovano anche “nella posizione più estrema”, nel rapporto tra le due variabili, “caratterizzata dal maggior livello di ostilità verso l’immigrazione e le minoranze religiose”.
Quindi all’aumentare dell’ostilità verso gli immigrati, “aumenta anche l’errore nella valutazione sulla presenza di immigrati nel proprio Paese” e pertanto si rileva che “l’Italia si conferma il Paese collocato nella posizione più ‘estrema’, caratterizzata dal maggior livello di ostilità verso l’immigrazione e le minoranze religiose”.
L’Istituto Cattaneo rileva anche come “da questa correlazione non è possibile stabilire nessun nesso di tipo causa-effetto.
Nel senso che l’atteggiamento fortemente negativo verso l’immigrazione potrebbe essere la causa di una sovrastima degli immigrati presenti nella società così come potrebbe esserne la conseguenza”.
Il quadro che emerge “da questi primi dati segnala innanzitutto un’elevata incertezza dei cittadini sull’ampiezza del fenomeno migratorio in Europa”, insieme a differenze sostanziali “tra gli atteggiamenti degli italiani e quelli degli europei sulla questione dell’immigrazione e delle loro conseguenze socioeconomiche”.
Per Rosella “fare chiarezza è dunque una priorità per evitare allarmismi e con essi fenomeni di paure ingigantiti da chi punta a raccattare consensi elettorali”.