Mighè debutta con un pungente “Cactus”.
La storia del cactus nasce quando Mighé entra in un pseudo studio di tattoo e con lo sguardo scorge sul comodino una serie di piante grasse, così esclama – “…mi tatui un bel cactus vicino al mio cactus?!” –
Il cactus è un simbolo significativo: è solo nel deserto, si fa il suo bel carico d’acqua e se ne sta lì. Fuori punge e dentro assorbe .È incredibile il dono che la Natura ha regalato a questa pianta : è in grado di sopravvivere anche quattro o cinque anni senza un goccio d’acqua e poi ,come ringraziamento, produce fiori bellissimi. Inoltre il cactus sta bene ovunque.
Le tematiche trattate nell’album sono quelle più comuni, soprattutto tra i giovani: le tracce raccontano con testi semplici e diretti la storia di un ragazzo che non riesce a farsi prendere in considerazione da una tipa…fino all’ultima traccia in cui capisce che non c’è niente da fare e che forse è meglio “restare a guardare il sole come un cactus”.
Michele Spagnuolo classe ’89, in arte Mighè : originario di San Nazzaro, un piccolo paese della collina del Sannio
All’età di 13 anni prende il suo primo strumento in mano , scegliendo il basso, con cui passerà il resto della sua adolescenza.
Verso i 20 inizia ad approcciarsi al mondo dei synth e prede parte al folle progetto “Grimble Gromble Wanna Make Whoopee” con cui si fa conoscere in varie località della penisola.
A 24 anni si iscrive al Conservatorio Nicola Sala di Benevento al corso di “Musica Elettronica”: qui ha la possibilità di coltivare la sua passione e implementare le sue conoscenze, incrociando i suoi passi con quelli dei ragazzi del “L’asilo elettronico” . L’amore per la musica lo spinge a crescere e a dedicarsi a proprie produzioni fino ad arrivare all’uscita del primo album “Cactus” con la Morecca Label.
MiGhè Social: Facebook